Andrea bacia tutti, per insegnarci che dietro l’autismo ci sono i «bambini delle fate»

Di Elisabetta Longo
02 Aprile 2015
Storia di un padre e un figlio e del loro rapporto da cui è nato un libro e una fondazione. «Vogliamo aiutare anche i ragazzi che hanno minori risorse economiche»

andrea antonello1Il 2 aprile è la giornata dell’autismo, ma per Franco e Andrea non è un giorno diverso da tutti gli altri, perché loro con l’autismo hanno sempre a che fare. Franco Antonello è un papà dalle mille risorse che non si è mai arreso di fronte alla strana situazione in cui si ritrova suo figlio Andrea, sorridentissimo ragazzotto riccioluto. La loro storia l’ha già raccontata, dopo un viaggio in moto per il Sudamerica, nel 2012 nel libro Se ti abbraccio non avere paura.

UN MONDO DENTRO. Nel 2005 è nata la fondazione Bambini delle fate, e a distanza di dieci anni è uscito in libreria Baci a tutti (Sperling& Kupfer, 240 pagine, 15,90 euro), il primo libro scritto interamente da Andrea, che racconta il suo punto di vista sul mondo, senza filtri. «Andrea ha impiegato otto anni per scriverlo, ma è suo, tutto suo», spiega a tempi.it papà Franco. «Tutto quello che non riesce a dire a voce, lo scrive al computer, anche meglio. Utilizza un programma di scrittura facilitata, che funziona un po’ come il t9 del cellulare. Per imparare a usarlo sono servite ore e ore trascorse con i suoi eccezionali tutor. Ogni ora costa una quindicina di euro e sia noi sia Andrea siamo consapevoli di essere dei privilegiati. Ce lo possiamo permettere e Andrea sa di essere più fortunato degli altri ragazzi autistici. Con “Bambini delle fate” abbiamo l’obiettivo di aiutare anche gli altri ragazzi, perché anche loro hanno un mondo eccezionale dentro, che devono poter comunicare. Eppure ancora oggi la gente li guarda e ha paura, o pensa che siano scemi. Niente di più sbagliato».

andrea antonello2UN BICCHIERE D’ACQUA. A fare da fil rouge in Baci a tutti è la storia del bicchiere d’acqua. Quel che per chiunque è il gesto più semplice da fare o da richiedere per Andrea è un grande traguardo. «L’Aba è il miglior strumento, ad oggi, per insegnare ai ragazzi come mio figlio i piccoli gesti quotidiani. È un metodo americano, nato negli anni Cinquanta, che veniva usato per motivare i manager. Sono serviti circa tre mesi perché Andrea riuscisse a entrare in un bar, chiedere un bicchiere d’acqua e non uscire senza pagare». Andrea oggi ha vent’anni e sorride sempre, le persone lo incontrano per strada e gli sorridono a loro volta. E poi bacia tutti, proprio come nel titolo del libro, perché è un gesto semplice, e non lo imbarazza per niente. Nel libro Andrea racconta dei rapporti con i suoi familiari, con i suoi compagni di classe, con gli amici, racconta com’è crescere in due mondi, con molta consapevolezza: «Sono un giovane autistico. Voi no. Questo significa che voi avete, o credete di avere, un solo mondo da abitare. Io ne ho due. Vivo nel mio mondo di autistico, con le forze che lo dominano e le sue regole. E nello stesso tempo vivo nel mondo di tutti, dove le regole le fate voi».

BAMBINI SPECIALI. Franco e Andrea sono una coppia fuori dal comune, anche nel modo in cui hanno pensato di aiutare gli altri. La Fondazione Bambini delle Fate infatti finanzia progetti in maniera continuativa, secondo un’idea di Franco: «Nel Medioevo venivano chiamati bambini delle fate quei bambini un po’ strani, che nessuno capiva. Così ho pensato fosse un nome giusto per noi. Io credo che si possano sostenere seriamente i progetti, solo se lo si fa con continuità. Per questo chiedo alle aziende che vogliono sostenerci di fissare in maniera autonoma una quota fissa mensile, un piccolo fondo, senza il quale noi non potremmo a nostra volta portare avanti progetti in tutta Italia, che vanno dall’insegnamento alla compagnia alle vacanze. L’aiuto sporadico, quello fatto una volta all’anno, purtroppo ci fa sentire meglio come cittadini, ma non aiuta concretamente le associazioni, che rischiano a un certo punto di trovarsi sprovviste di fondi. Ad oggi abbiamo 600 aziende associate, circa duemila privati, per un totale di 24 associazioni aiutate in sei regioni d’Italia. Per essere limpidi, ogni mese pubblichiamo sui principali giornali il resoconto di quello che stiamo facendo. Ma vogliamo fare ancora di più, per questo io e Andrea ci mettiamo la faccia. Anzi, il sorriso».

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