Blake Edwards si è spento a 88 anni, in seguito alle complicazioni di una polmonite che lo ha colpito. Accanto a lui sino all’ultimo la donna della sua vita, la seconda moglie Julie Andrews, eterna e mai dimenticata Mary Poppins che proprio pochi giorni fa aveva annunciato il ritiro da tutti i suoi impegni lavorativi a causa del peggioramento delle condizioni di suo marito. Qualche giovane lettore potrebbe non riconoscere il suo nome o il suo volto nelle foto della vecchiaia, ma di sicuro conoscerà almeno uno dei film che ha diretto, anche perché alcuni dei suoi splendidi lavori sono conosciuti e annoverati come capolavori della cinematografia mondiale. Basti pensare a Colazione da Tiffany, che Edwards ha diretto partendo dalle pagine scritte da Truman Capote, ma rendendolo quasi un’altra storia. La pellicola del 1961 è subito cult e consacra la sua protagonista, Audrey Hepburn, rendendola anche splendida icona di stile ed eleganza.
La commedia è il genere che lo appassiona maggiormente e sul quale riesce a canalizzare al meglio le energie. Nel 1963 dirige e realizza la sceneggiatura de La Pantera Rosa, divertente slapstick comedy con Peter Sellers nei panni dell’ispettore Clouseau, uomo tanto buono quanto imbranato. Il successo è immediato e travolgente, i personaggi entrano subito nell’immaginario collettivo e il film diventa il primo di una lunga serie di episodi (l’ultimo nel 2009 con Steve Martin), tutti di livello inferiore rispetto all’originale. Gli anni successivi non regalano al maestro della commedia il successo dei precedenti lavori, nonostante l’intensa attività registica sia costellata di ottime pellicole: su tutte il film Hollywood Party (1968), con il suo attore feticcio Sellers, che però fallirà l’appuntamento con il botteghino e sarà rivalutato solo anni dopo.
Gli screzi con gli Studios e con i produttori, che intervengono pesantemente sui suoi lavori, lo allontanano da Hollywood, dove tornerà molto tempo dopo, nel 1979, quando è chiamato a dirigere 10, con protagonista una bellissima Bo Derek, fino a quel momento sconosciuta. Il film riscuote consensi di critica e di pubblico e decreta una seconda giovinezza per il regista che nell’1982 riceve una nomination agli Oscar come sceneggiatore per il bellissimo Victor/Victoria, con protagonista la Andrews nei panni di una divertente soprano che per sbarcare il lunario si finge un travestito. Gli ultimi anni sono sempre produttivi, anche se i fasti degli anni precedenti sono lontani e il suo ultimo lavoro è del 1993: Il figlio della Pantera Rosa, ennesimo mediocre sequel con Roberto Benigni nei panni del figlio illegittimo dell’ispettore Clouseau. Da quel momento Edwards si ritira dal mondo della cinematografia, a causa anche di critiche condizioni di salute. Ma in Usa non l’hanno di certo dimenticato e nel 2004 lo omaggiano con un Oscar alla carriera. Un giusto riconoscimento per un artista che ha dedicato l’intera vita a divertire il pubblico con dialoghi geniali e gag originali. E che di certo ci mancherà.