Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Lord Baglan. Michael Williams nacque l’11 giugno 1949. Nacque a Bridgend, nel Galles meridionale. Figlio di un metallurgico, si laureò nel 1971 in Relazioni internazionali all’University College London e si addottorò con una tesi sull’islam e la politica in Indonesia. Lavorò come esperto dell’Asia meridionale alla Bbc e con Amnesty Internarional. Le Nazioni Unite lo ingaggiarono nel 1992 per collaborare all’impresa di ristabilire la democrazia in Cambogia dopo il ritiro degli occupanti vietnamiti. Le sue capacità diplomatiche furono tanto apprezzate da procurargli subito dopo una missione nei Balcani sconvolti dalla guerra per il disfacimento della Jugoslavia.
Nel 2000 entrò a Whitehall come consigliere di tre successivi ministri degli Esteri, dalle vedute disparate, del governo laburista di Tony Blair. Il 12 luglio 2006, miliziani di Hezbollah, ovvero il “partito di Dio” degli sciiti libanesi, lanciarono missili sulle città di frontiera di Israele, come diversione a un attacco contro due tank israeliani che pattugliavano il confine tra i due paesi. Tre soldati rimasero uccisi, due furono catturati e portati in Libano. Fu il cosiddetto incidente di Zar’it-Shtula. Hezbollah chiese la liberazione dei prigionieri libanesi in cambio dei due israeliani. Israele rifiutò. Era cominciata la guerra che alcuni dicono delle sei settimane, altri guerra di luglio o guerra tra Israele e Hezbollah. In Israele è conosciuta come la seconda guerra del Libano, anche se non pochi la considerano la prima guerra tra Israele e l’Iran, protetettore del partito di Dio sciita. Si combatté per 34 giorni in Libano, nel nord di Israele e sulle alture del Golan.
Williams capì che solo le Nazioni Unite potevano creare quell’equilibrio di forze che avrebbe garantito una specie di pace. Né i diplomatici inglesi né gli americani ammettevano contatti diretti con Hezbollah, che pure aveva un forte peso sul governo libanese. Nella sua funzione di inviato dell’Onu Williams poteva attraversare ripetutamente il fronte. Riuscì a conquistare la fiducia di Hezbollah ed arrivare a uno scambio di prigionieri e alla chiarezza sulla sorte dei due sodati la cui cattura aveva innescato il conflitto. La situazione della frontiera tra Libano e Israele si normalizzò come mai era più accaduto dopo gli anni Settanta. Williams fu nominato all’Onu coordinatore speciale per il Libano con il titolo di sottosegretario generale. Nominato alla Camera dei Lord del Regno Unito, si è ritirato presto dalla politica per motivi di salute. È morto domenica 23 aprile.
Ibrahim el Tayeb el Rayah. Naque nel 1924. Nacque a Rufaa, nel nord islamico della colonia inglese del Sudan. Il padre era droghiere. Nel 1943 si laureò nel college di Khartum dedicato a Gordon, eroe ostinato e sfortunato della difesa della città dalle orde del Mahdi, il Redentore. Raggiunse poi lo zio e un fratello maggiore a Kano, la capitale dello stato omonimo della Nigeria, quasi al confine con il Niger, ricordato ultimamente per una strage perpetrata dai terroristi di Boko Haram. Qui, nel 1960, avviò la Nikko, prima industria di dolciumi della Nigeria.
L’azienda prosperò e aprì filiali a Lagos, allora la capitale federale dello stato. Allargò i suoi interessi, dirigendo una fabbrica di pellami e soprattutto avviando un commercio d’esportazione dei fiori di ibisco, ovvero del karkadé, infuso benefico e ben noto in Italia nell’immediato anteguerra delle sanzioni come sostituto del tè.
Dagli anni Settanta cominciò a risiedere per sei mesi all’anno a Londra, per acquistare le materie prime per le sue fabbriche. Nel 2007 costituì l’Nsc, il Consiglio nazionale sudanese del Regno Unito e d’Irlanda che si è occupato fino a oggi di venti spedizioni umanitarie in Sudan cui hanno preso parte trecento tra infermieri e dottori. L’ultima nel tempo ha avuto per scopo l’istituzione di un reparto nell’ospedale universitario di Khartum il cui personale è preparato da una squadra di dottori dell’ospedale universitario inglese intitolato a James Cook. A Kano invece ha fondato un istituto per la preparazione di insegnanti islamici. È morto a novantatré anni.
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