Negli ultimi anni sono circolati diversi video girati “undercover” nelle cliniche abortive americane con l’intento di svelare quello che avviene veramente al loro interno. Ma il filmato che ha iniziato a fare il giro del mondo un paio di giorni fa ha scatenato una vera e propria tempesta sul colosso del settore, Planned Parenthood, accusato dagli autori del sevizio, membri del Center for Medical Progress (Cmp), di vendere tessuti e organi dei bambini abortiti. Nel video appena pubblicato, ma girato l’anno scorso, appare Deborah Nucatola, direttore dei servizi medici di Planned Parenthood, che discute freddamente con il sedicente “acquirente” di parti del corpo umano.
«CUORE, POLMONI, FEGATO». Mentre beve vino e mangia seduta al tavolo di un ristorante, Nucatola spiega che «molte persone vogliono cuori intatti» e che per accontentarle si praticano gli aborti «sotto guida dell’ecografo, così [i medici] sapranno dove stanno mettendo i loro forcipi (…), si tenta di andare intenzionalmente sopra e sotto il torace, sa, così siamo molto bravi a ottenere cuore, polmoni, fegato». Secondo il Cmp queste parole di Nucatola dimostrerebbero anche che nelle strutture di Planned Parenthood si effettuano aborti a nascita parziale, una pratica che prima di essere dichiarata illegale negli Stati Uniti nel 2003 era utilizzata nei casi di gravidanza avanzata (si estrae dal grembo materno l’intero corpo del bambino a eccezione della testa, e si recide la colonna vertebrale causandone la morte). Nucatola nel video spiega che «il Federal [Partial Birth] Abortion ban è una legge, e le leggi sono interpretabili. Se il primo giorno dico che non intendo farlo [l’aborto a nascita parziale, ndr], quello che poi succede davvero non ha importanza».
«COINVOLTI I MASSIMI VERTICI». Il filmato è frutto di un lavoro investigativo di tre anni del Cmp, che lo ha pubblicato accusando «i massimi vertici» di Planned Parenthood di condurre una «attività criminale tesa a fare soldi con le membra dei bambini abortiti». Infatti a differenza di altri scandali emersi in passato all’interno di cliniche locali, il coinvolgimento di una delle responsabili della società a livello federale aggrava il caso. Tanto che alcuni politici – come il senatore del Texas candidato alle prossime primarie presidenziali del partito repubblicano, Ted Cruz – hanno chiesto al Congresso di indagare sui fatti denunciati dal Cmp. Mentre un altro candidato alle primarie del Gop, il governatore della Louisiana Bobby Jindal, ha annunciato un’indagine statale con l’aiuto dell’Fbi su «questa presunta attività illegale e malvagia» e ha promesso di «non rilasciare licenze» a Planned Parenthood «fino a quando questa indagine non sarà completata».
«DONAZIONI» E «RIMBORSI». Da parte loro, i vertici di Planned Parenthood si difendono sostenendo che non si tratta di compravendita di organi ma di legalissime donazioni alla ricerca scientifica secondo la volontà delle pazienti. Eric Ferraro, vice responsabile della comunicazione dell’azienda, ha negato l’esistenza di qualunque “financial benefit” legato alla vendita di membra umane: «Aiutiamo le pazienti che vogliono donare i tessuti alla ricerca scientifica, e lo facciamo come ogni altro provider di servizi sanitari di qualità, con il dovuto pieno consenso delle pazienti e sotto i più rigidi standard etici e legali». Attività – la donazione di organi dei bambini abortiti a scopi di ricerca – che una società di pubbliche relazioni ingaggiata da Planned Parenthood descrive come «impegno umanitario».
Nel filmato Nucatola parla con i finti acquirenti di cifre «per campione» che vanno dai «30 ai 100 dollari». Numeri che secondo Planned Parenthood rappresentano solo «congetture» della manager riguardo a «rimborsi che le filiali possono ricevere» a fronte delle spese sostenute per la raccolta e la fornitura del “materiale”.
TERRENO SCIVOLOSO. La vendita di parti del corpo umano negli Stati Uniti è sanzionata con pene fino a 10 anni di carcere. I “rimborsi” incassati da Planned Parenthood per l'”impegno umanitario” a favore della ricerca rientrano nella vendita o no? Nel video Nucatola appare essere cosciente di muoversi su un terreno scivoloso. «Mi piacerebbe trovare un modo per riuscire a normare anche questa pratica», dice, perché «ci sono un sacco di persone che pensano che quello che stiamo facendo è male». Purtroppo per lei però, almeno per ora, l’ufficio legale della Planned Parenthood non vuole intraprendere un’azione di lobbying, e l’ostacolo sarebbe «la composizione della Corte Suprema». Anche se, confida Nucatola, «questo genere di conversazioni avvengono già a porte chiuse tra i soci».
Non contribuisce a migliorare l’immagine di Planned Parenthood il fatto che nel video diffuso dal Cmb Nucatola accenni anche alla collaborazione con StemExpress, una grossa compagnia californiana per la ricerca biomedica. Su un volantino pubblicitario rivolto proprio alle cliniche di Planned Parenthood, pubblicato anch’esso dal Cmp, sono promessi a ripetizione «financial profits».