Oscar Giannino, leader del movimento “Fare per Fermare il Declino”, attacca duramente Gabriele Albertini (Lista Monti). A margine della conferenza di presentazione di Carlo Maria Pinardi, candidato alla presidenza della Lombardia per FilD, Giannino ha detto: «La partita in Lombardia si incentra su una persona nella quale ho creduto e dalla quale ho ricevuto un’enorme delusione, cioè Gabriele Albertini. La strategia basata su Gabriele Albertini consiste nell’impedire che da questa regione venga fuori una maggioranza chiara in grado di governare a livello nazionale».
STRATEGIA MASTELLIANA. Il giornalista ricorda: «Ho candidato Albertini mesi fa come rappresentante della società civile (qui l’articolo di Giannino su Tempi in cui annunciava il sue endorsement a Albertini) e poi mi sono sentito dire che senza Berlusconi e Formigoni non si andava da nessuna parte. Poi, nell’arco di qualche mese, lo abbiamo visto protagonista spregiudicato di una campagna nella quale sbeffeggia Berlusconi e Formigoni, dai quali fino a poco prima si era presentato in ginocchio, dicendo che bisogna votare la sua lista unicamente affinché al Senato salti il premio di maggioranza. È una strategia mastelliana che non solo non fa onore a lui, ma non permette ai lombardi di votare chiaramente sulle questioni politiche regionali».
NON ERI TU AL MEETING? La risposta di Albertini non si è fatta attendere. In una nota, il candidato per la Lombardia e il Senato della Lista Monti ha detto di non accettare «lezioni di coerenza da Oscar Giannino». «Dopo aver bussato a tutte le porte, Giannino è deluso da tutti e alla fine corre da solo. La sua formazione non passerà la soglia di sbarramento e le sue idee rimarranno senza alcuno che le rappresenti. Ad Oscar ricordo che non ero io, ma lui al Meeting di Rimini a fine agosto, davanti a migliaia di persone, ad esaltare il governatore Roberto Formigoni e le eccellenze della Lombardia. Dopo poche settimane Formigoni è diventato il male assoluto. È successo con molti altri. Ora se la prende con me. Mi spiace, ma non accetto lezioni né di politica né di coerenza da lui. Se permette, gliele posso dare io».