
“La ricerca sugli embrioni è superata, ecco perché non va fermata”. Giochi ipnotici radicali
Fin dal medioevo i correttori di bozze si battono strenuamente per mantenere il popolo nell’ignoranza, con il subdolo scopo – ormai è evidente a tutti – di condizionare più facilmente le masse e così esercitare al meglio la loro tirannia di retroguardia su questa povera nazione. Anche il Correttore di bozze qui presente si vanta di condurre discrete campagne analfabetizzanti e mistificatorie. E tuttavia il suo nobile sforzo reazionario è come una puzzetta nel vento in confronto al capolavoro disinformativo compiuto ieri dal radicale Marco Cappato, il re delle frittate rovesciate.
Cappato infatti ha scritto per il sito del Fatto quotidiano un commento per festeggiare l’approvazione in Francia di una legge che apre alla sperimentazione selvaggia sugli embrioni. Orbene, come sanno anche i gnoranti, la ricerca sulle cellule staminali embrionali è stata superata già da anni da quella sulle cellule staminali adulte, la quale incidentalmente non richiede la distruzione degli embrioni e nello stesso tempo produce alcune cosette insignificanti che quel mezzo citrullo di un Correttore di bozze si ostina a chiamare fatti, risultati, numeri, eccetera. Basta pensare, tanto per dire, ai successi dell’italiano Angelo Vescovi. Oppure, anche meglio, agli studi del premio Nobel giapponese Shinya Yamanaka.
Fin qui non dovrebbero esserci molte possibilità di interpretazione, giusto? Sbagliato. Perché proprio il caso di Yamanaka, secondo Cappato, dimostrerebbe il contrario di quello che intendeva dimostrare dimostrando ciò che ha dimostrato. Scusate l’intreccio di sciocchezze, ma non è colpa del Correttore di bozze.
Ecco Cappato sul sito del Fatto (con tanto di neretto originale):
«In questi anni è stata proprio la ricerca sulle staminali embrionali a consentire al Nobel Yamanaka di riprogrammare le adulte in embrionali, con la prospettiva di superare l’esigenza di distruggere gli embrioni ai fini di ricerca. Ecco perché la ricerca non andava fermata. Ecco perché non va fermata ora».
Quando avete smesso di ridere, ricapitolate insieme al Correttore di bozze: la ricerca sugli embrioni non va fermata perché senza la ricerca sugli embrioni, Yamanaka non avrebbe superato la ricerca sugli embrioni. Se ci pensate bene, ragiona il Correttore di bozze con la sua caratteristica delicatezza mitigata dall’estremismo, è un po’ come dire che non avremmo dovuto fermare la pena di morte perché altrimenti non saremmo mai riusciti a superare la pena di morte. E tanti saluti a “nessuno tocchi Caino”.
Marco, hai bevuto?
Il Correttore di bozze no. Non si direbbe, ma non beve mai. Nonostante la scarsa lucidità, però, lui ricorda abbastanza bene quello che disse Yamanaka nel 2007 al New York Times:
«Quando ho visto l’embrione, mi sono reso conto all’improvviso che c’era solo una piccola differenza fra lui e mia figlia. Ho pensato che non possiamo continuare a distruggere embrioni per la nostra ricerca. Ci deve essere un’altra strada».
Secondo voi intendeva dire quello che ha scritto Cappato sul Fatto? Forse sì, forse no, forse boh. Ma soprattutto chissenefrega: se riuscite ad arrivare in fondo al pezzo, scoprirete che a Cappato in realtà non gliene importa un piffero di Yamanaka, degli embrioni e della scienza; gli interessa solo ribadire che «come radicali dell’Associazione Luca Coscioni abbiamo già iniziato a raccogliere adesioni di parlamentari che si impegnino verso l’obiettivo di abolire anche in Italia il divieto oscurantista alla ricerca sugli embrioni» eccetera eccetera. Magari è la volta buona che riusciamo a superare anche lo stupido referendum sulla legge 40. Quella sì che è roba vecchia, vero?
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9 commenti
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Va beh dai Marco,hai provato a fare la supercazzola e stavolta non ci sei riuscito.incassa.
Caro Luigi e cari tutti,
la discussione dovrebbe tenere conto di 2 fatti essenziali:
1- Yamanaka ha spiegato che senza ricerca sulle embrionali non sarebbe arrivato alla sua scoperta
2- le riprogrammate non hanno ancora sostituito, nelle ricerche di laboratorio, le embrionali
La differenza tra “noi” e “voi” è che voi vorreste bloccare la ricerca sulle embrionali prima che le riprogrammate siano in grado di sostituirle pienamente, assumendovi così la responsabilità di ritardare la ricerca contro molte malattie. In realtà, voi avreste voluto bloccare quella ricerca dall’inizio e, se aveste vinto voi, le scoperte di Yamanaka non sarebbero mai arrivate.
Ammetto volentieri che la mia sintesi di due righe non era molto scorrevole, perché dava per sottointeso questi elementi che non tutti (ma certamente il Korrettore di Bozze e il Direttorissimo) conoscono.
Dunque, sto volentieri al gioco delle risate, delle bevute e delle frittate rigirate. E ribadisco la mia opinione: la Francia ha fatto bene a decidere che gli embrioni avanzati dalla fecondazione assistita (e comune destinati alla distruzione, come sapete ma fate finta di non sapere) siano utilizzati per la ricerca scientifica. A meno di pensare che ci siano scienziati sadici che godono nel distruggere embrioni, è evidente che il fatto stesso che alcuni scienziati continuino a fare questo tipo di ricerca significa non è una metodologia (ancora) superata. Quando lo sarà (grazie alla ricerca e nonostante chi, come voi, la voleva impedire) saremo tutti contenti.
Il paragone con la pena di morte è risibile, perché mai esecuzione capitale fu utile ad abolire l’esecuzione capitale.
Vedo che sei lontanissimo dalle problematiche reali (ma ti capisco: é difficile vedere la realtá quando ci si barrica dietro ideologie).
Iniziamo dal paragone con la pena di morte: non era difficile da capire che si é usato un senso di ridicolo per cercare di trovare una situazione simile a quella che hai illustrato tu. Ma proprio perché é cosí simile é ridicola allo stesso modo.
Teniamo conto che fino ad ora le staminali adulte hanno prodotto risultati (anche se per ora sperimentali) le embrionali ancora solo speranze, sprechi e danni vari.
Ora, posso capire che chi non ha la minima idea di come si possano gestire le cose nel campo scientifico punti a buttarsi su tutte le possibli opportunitá, ma qui sta l’errore grande. Buttandosi su uno studio sulle cellule staminali embrionali che fino ad ora si é dimostrato fallimentare e che dá ben poche speranze, non solo si uccidono vite umane, ma si sprecano anche soldi, tempo e risorse varie che potrebbero essere impiegate in maniera costruittiva se si lasciassero le ricerche-spazzatura e ci si concentrasse su ció che puó realmente portare ad un risultato.
Quindi la prima differenza fra “noi” e “voi” sta nel fatto che noi vogliamo usare la scienza per avere risultati, voi volete usare dei risultati per farvi belli a discapito delle possibili cure che si potrebbero trovare con una ricerca piú seria.
Gli esperimenti sulle staminali embrionali son la stessa cosa di esperimenti di trapianto fatte su una persona viva e sana. É come vedere che effetto fá se ad un uomo si trapianta il cuore strappato da un’organismo ancora vivo… giustificheresti tale ricerca?
Ecco la seconda differenza fra “noi” e “voi”: per voi la scienza viene prima della vita umana, per noi la scienza deve esserne al servizio.
Poi ce ne andiamo a bere e ne parleremo di qui all’eternità: che dal male (messo le mani su embrioni umani, si chiama manipolazione, eugenetica) sia uscito un bene (scoperta che si possono non usare gli embrioni umani), non significa che un male diventa un bene. Tant’è, Yamanaka, che è un agnostico, in tutta questa vicenda ha visto la possibilità a un certo punto di accorgersi che tra l’embrione e sua figlia non c’è differenza (se non quantitativa, percettiva, visiva). Ma più radicalmente è la questione della disponibilità della vita: se è pienamente disponibile al mio potere o se invece non è disponibile perché io riconosco e perciò mi fermo davanti a un prima e a un oltre al mio potere. Certo: posso decidere di bloccare una certo tipo di ricerca, perché, poniamo, non voglio che ci sia possibilità di fare la bomba al neutrone o una linea di un certo tipo di esseri umani in laboratorio. Quel che ci divide è questo, scusate se lo dico con un esempio estremo ma così mi metto anch’io nell’autocontestazione estrema: se tu sai che un bambino è malato di cancro, non ha speranza, ma ha ancora il fegato buono, perché non dovresti espiantarlo, evitargli ulteriori sofferenze (eutanasia) e impiantare il suo fegato in un altro bambino che ne ha bisogno per sopravvivere? Non lo fai solo se ammetti il Mistero, cioé che il padrone della vita non sei tu, è Dio e che quindi l’ultima parola sulla vita non può essere la tua, poiché la vita non è solo questa che hai per le mani tu ( ma quanto ce l’hai davvero per le mani tu se anche uno starnuto può ucciderti?), ma è quella che non hai per le mani tu e il giorno che lo capirai – l’ultimo giorno di questa nostra vita, il giorno del grande passaggio – lo vedrai bene. Bada, io ho fatto un esempio estremo, ma deciso da che parte stai (se ammetti che il padrone è Dio o se ammetti che il padrone sei tu) ne discendono conseguenze più normali, appunto: immaginate un mondo dove gli uomini malati incurabili diventino disponibili come pezzi di ricambio per altri simili eventualmente curabili. Un problema. Sull’embrione la cosa sembra ancora più semplice: non lo vedo, è capocchia di spillo, lì non c’è niente, che male c’è?. E invece basta che non gli fai niente quello diventa te, un uomo o una donna. Questo è il fondamento della nostra posizione: ebbene sì, davanti all’uomo se c’è da mettere le mani sull’uomo singolo, reale, quello che è qui, adesso, in nome di un futuro migliore per l’Umanità – quante Umanità e quanti Futuri hanno sacrificato l’uomo singolare e fallito il Futuro e l’Umanità generale! – se c’è da scegliere tra sacrificio della ricerca scientifica in nome del futuro bene dell’uomo e sacrificio dell’uomo in nome di quest’uomo, di questo embrione, di questo malato incurabile, io sacrifico la ricerca e difendo questo uomo qui,questo embrione, qui, questo incurabile qui. Meglio, in generale cerco strade di ricerca che non debbano sacrificare l’essere fatto a immagine di Dio. I fatti, come nel caso del Nobel Yamanaka, dimostrano che le strade ci sono e che, comunque, Dio, o chiamalo se vuoi il Mistero che fa tutte le cose, è lui che dice e dirà l’ultima parola.
Solita ultima obbiezione: devono mica pensarla tutti come te? Perché devi imporlo agli altri? Infatti. Ma siccome tu pensi e dici quello che pensi, permetti anche a me di pensare quello che penso. E dirlo. E dirlo non vuol dire imporlo, vuol dire che tu puoi dire esattamente il contrario di quello che dico io e io lo stesso. Altrimenti che stiamo insieme nello stesso mondo a fare? Il mondo è bello perché si pensano cose diverse e perché c’è competizione tra pensieri. Poi si vota e tu vinci. Ok hai l’aborto, il divorzio, gli embrioni spiattellati. E’ così. Permettimi, di riprovare a sconfiggerti nella battaglia di idee e democrazia. E’ così che deve essere. Altrimenti facciamo del mondo un lager dove ognuno nella propria baracca costruisce il suo piccolo mondo che vuole con chi ha le sue stesse idee, e ci si vede all’alba per negoziare sull’acqua e i semafori che abbiamo in comune, e per il resto ognuno resti nel suo. (Poi, siccome tu sei più forte, mi dici, la sai l’ultima? Domani vengo nella tua baracca e siccome io sono più buono di te e tu non hai sufficiente intelligenza per capirlo, vengo lì, te lo spiego e anche se non lo capisci si fa come dico io. Questo, per esempio, è quello che si sta facendo in materia di cosiddetti matrimoni gay).
il mio commento è a favore di tutto quanto riassunto da Luigi Amicone.
Fate finta di non sapere che il Verri per scrivere “Dei delitti e delle pene” ha avuto bisogno fosse in vigore la pena di morte, dunque la pena di morte va reintrodotta in Europa, chiaro?!
cappato, supponenza falsità spudoratezza arroganza odio a mille.
No dai, ditemi che perlomeno si accorgeva di come quello che scriveva fosse ridicolo! Però è sempre triste vedere come l’ideologia distorce la propria visione sulla realtà. Grazie correttore di bozze!