La vita cristiana è andare per le strade in tutto il mondo ad annunciare Gesù che «si è fatto peccato» per riconciliare gli uomini con Dio. È questo il messaggio che Papa Francesco ha dato durante l’omelia della Messa celebrata questa mattina in casa Santa Marta.
La vita cristiana non è stare in un angolo, tranquilli, a ritagliarsi una strada che porta comodamente in cielo, non è come stare seduti comodamente in salotto. Il cristianesimo è un dinamismo che spinge a stare per la strada ad annunciare che Cristo ci ha riconciliati con Dio, facendosi peccato per noi. Papa Francesco si è soffermato sul brano della lettera ai Corinzi proposto dalla liturgia di oggi, nel quale san Paolo usa per ben cinque volte il termine “riconciliazione”. E lo fa, osserva il Papa, alternando «forza» e «tenerezza», prima esortando e poi quasi in ginocchio, «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio».
«Ma cosa è la riconciliazione?», chiede il Papa. «Prendere uno da una parte e uno da un’altra e farli uniti? No, la vera riconciliazione è che Dio, in Cristo, ha preso i nostri peccati e Lui si è fatto peccato per noi. E quando noi andiamo a confessarci, per esempio, non è che diciamo il peccato e Dio ci perdona. No, non è quello! Noi troviamo Gesù Cristo e gli diciamo: “Questo è tuo e io ti faccio peccato un’altra volta”. E a Lui piace quello, perché è stata la sua missione: farsi peccato per noi, per liberarci».
«Ma i filosofi dicono che la pace è una certa tranquillità, è un certo ordine… Quella non è la pace cristiana! La pace cristiana è una pace inquieta, non è una pace tranquilla: è una pace inquieta, che va avanti per portare avanti questo messaggio di riconciliazione. La pace cristiana ci spinge ad andare avanti. Questo è l’inizio, la radice dello zelo apostolico. Lo zelo apostolico non è andare avanti per fare proseliti e fare statistiche: quest’anno sono cresciuti i cristiani in tal paese, in tal movimenti… Le statistiche sono buone, aiutano, ma non è quello che Dio vuole da noi… Quello che il Signore vuole da noi è proprio l’annunzio di questa riconciliazione, che è il nucleo proprio del suo messaggio».
Le ultime parole dell’omelia ricalcano l’ansia interiore di Paolo. Papa Francesco ripete in modo incalzante quello che definisce il “pilastro” della vita cristiana, e cioè che «Cristo si è fatto peccato per me! E i miei peccati sono là, nel suo Corpo, nella sua Anima! Questo – dice il Papa – è da pazzi, ma è bello, è la verità! Questo è lo scandalo della Croce!». «Chiediamo al Signore che ci dia questa premura per annunziare Gesù, ci dia un po’ quella saggezza cristiana che nacque proprio dal Suo fianco trafitto per amore. Che ci convinca un poco che la vita cristiana non è una terapia terminale: stare in pace fino al cielo… No, la vita cristiana è sulla strada, nella vita, con questa premura di Paolo. L’amore di Cristo ci possiede, ma ci spinge, ci preme, con questa emozione che si sente quando uno vede che Dio ci ama. Chiediamo questa grazia».