Ieri sera, durante il consiglio comunale di Carpenedolo (Bs), è stata proposta una mozione a tutela della libertà di opinione. Presentata da quattro consiglieri del centrodestra (Pdl-Lega), la mozione aveva l’unico fine di impegnare il sindaco e la giunta a esprimere contrarietà a riguardo del disegno di legge sull’omofobia (già passata alla Camera). La mozione è stata respinta con 14 voti contrari (Pd e Lista civica centrosinistra) a 6 (Pdl, Lega, Lista Civica di centro). All’esterno del palazzo hanno vegliato una decina di Sentinelle in piedi (in pagina vedete alcune immagini). Hanno assistito alla seduta alcuni rappresentanti dell’Arcigay e alcuni esponenti di Sel. Il tutto si è svolto in assoluta tranquillità.
La medesima mozione sarà presentata questa sera al consiglio comunale di Ospitaletto (Bs) e, nei prossimi giorni, in alcuni comuni del Milanese.
MOZIONE A TUTELA DELLA LIBERTA’ DI OPINIONE
CONSIDERATO CHE:
- l’articolo 3 della nostra Costituzione riconosce pari dignità sociale davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali;
- l’articolo 19 della nostra Costituzione riconosce il diritto alla libertà religiosa;
- l’articolo 21 della nostra Costituzione riconosce il diritto alla libertà di pensiero;
- il 5 agosto scorso è iniziata in Parlamento la discussione del disegno di legge in materia di contrasto all’omofobia e alla transfobia approvato dalla Camera dei Deputati in data 19 settembre 2013 ed ora in attesa di discussione al Senato;
- il contenuto del disegno di legge è innestato sulla Legge Reale-Mancino introdotta nel 1993 per fronteggiare discriminazioni razziali;
- la norma introduce due nuovi reati di omofobia e transfobia che non vengono definiti in modo specifico lasciando alla interpretazione dell’organo giudicante la definizione del reato;
- l’incertezza nella definizione dei nuovi reati e il rimando alla legge Reale-Mancino renderanno punibili con la reclusione non tanto le violenze contro le persone con tendenze omosessuali (già punite dell’attuale codice penale), ma ogni persona che si esprimesse contro la possibilità da parte degli omosessuali di contrarre matrimonio ed adottare minori;
- il sub-emendamento presentato dall’onorevole Gregorio Gitti approvato dalla Camera dei Deputati ammette implicitamente che la legge in questione andrebbe a ledere il principio della libertà di espressione, ma non elimina tale minaccia in quanto non considera perseguibili solamente coloro che esprimeranno il proprio pensiero all’interno di associazioni e organizzazioni, mentre coloro esprimeranno la propria opinione a titolo personale potranno essere perseguiti penalmente e condannati al carcere;
- se fosse introdotto il disegno di legge attualmente in discussione in Parlamento coloro che semplicemente si esprimeranno a favore della famiglia naturale formata da un uomo ed una donna potrebbero essere denunciati e condannati fino ad un anno e sei mesi.
RITENUTO CHE:
- le norme che si intendono approvare rispondono ad una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile dal punto di vista legale;
- le persone con tendenze omosessuali godono di tutti gli strumenti giuridici previsti dal codice penale per tutti i cittadini contro ogni forma di discriminazione, violenza e offesa alla dignità personale;
- l’Italia sia un paese profondamente rispettoso dei diritti delle persone con tendenze omosessuali come dimostrato da uno studio del 4 giugno 2013 dell’autorevole Pew Research Center (si veda http://www.pewglobal.org/2013/06/04/the-global-divide-on-homosexuality/) che colloca l’Italia all’ottavo posto al mondo per tolleranza dei confronti delle persone con tendenze omosessuali e al quarto posto tra i paesi che hanno fatto più passi avanti negli ultimi sei anni nell’accettazione dell’omosessualità;
- che l’Italia, anche da un punto di vista politico, abbia mostrato in questi ultimi anni un profondo rispetto per le persone con tendenze omosessuali premiando elettoralmente due Presidenti di Regione dichiaratamente omosessuali (Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e Rosario Crocetta, Presidente della Regione Sicilia);
- l’opposizione all’approvazione di tale legge non rappresenti una battaglia di retroguardia, tesa a garantire quale privilegio, bensì un atto a difesa della libertà di pensiero e del credo religioso, fondamento di tutte le libertà civili nel quadro costituzionale vigente.
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA:
- ad inviare la presente mozione al Parlamento Europeo e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri;
- a trasmettere il presente documento ai parlamenti bresciani attualmente in carica affinché si oppongano all’approvazione della presente legge;
- a dare ampia diffusione alla presente mozione mediante i mezzi di comunicazione comunemente utilizzati dall’Amministrazione Comunale.