Sorpresa: i gay sono il gruppo sociale meno discriminato d’Italia. Non è Mario Adinolfi a dirlo, sono i dati dell’Unar, l’Ufficio Nazionale Andidiscriminazioni razziali, quello, per intenderci che ha promosso l’introduzione di opuscoli pro-gay nelle scuole e che ha richiamato, con un documento ufficiale, Giorgia Meloni ad abbassare i toni quando parla di immigrazione. Quindi: un ente pubblico (dipende dal Ministero delle Pari Opportunità) al di sopra di ogni sospetto.
Ed è proprio l’Unar a svelare che il motivo principale per il quale le persone si sentono discriminate non è affatto l’orientamento sessuale ma sono le origini etnico-razziali. A rivelarlo è #Truenumbers, la prima web serie di informazione giornalistica distribuita su internet anche sul sito di Tempi. La caratteristica di #Truenumbers è quella di raccontare la realtà attraverso i numeri, sempre di fonte ufficiale, e non attraverso sensazioni o episodi di cronaca. E per questo il giornalista di Panorama Marco Cobianchi è andato a vedere tra i numeri ufficiali dell’Unar e ha scoperto che l’ambito nel quale si discrimina di più sono i mezzi d’informazione, che ha raccolto il 24,9 per cento delle denunce totali nei 2014. I motivi che fanno scattare una segnalazione possono essere i più diversi: titoli razzisti, articoli discriminatori, fotografie fuorvianti, sono tutti fattori che giustificano una segnalazione da parte di chi si sente discriminato a causa, ad esempio, dell’identificazione del responsabile di un reato con un’intera etnia.
Ma, soprattutto, nella seconda puntata di #Truenumbers, vengono rivelati i motivi di discriminazione sul posto di lavoro, principale momento di aggregazione sociale. Ebbene, dal numero delle denunce arrivate all’Unar nel 2014 si scopre che le persone, al lavoro, vengono discriminate soprattutto per motivi etnici o razziali mentre le denunce arrivate dagli omosessuali sono appena il 2,38 per cento del totale, ultimi in classifica. Significa che sul posto di lavoro sono molto più discriminati di loro gli anziani e le persone disabili.
La seconda puntata di #Truenumbers è visibile qui.
Foto Ansa