Anders Borg, ministro dell’Economia svedese definito dal Financial Times «il migliore, ad oggi, in Europa», tempi.it, vi aveva già parlato, raccontando le “strane” idee di questo liberista che i giornali inglesi definirono un «nerd». Ecco, Borg ne ha combinata un’altra. Ha deciso di destinare 7 dei 23 miliardi di corone – 817 milioni su poco più di 2,5 miliardi di euro – di spazio di bilancio (ovvero la cifra da stipare per le riforme di bilancio del 2013) per abbassare le tasse alle imprese. Altri nove miliardi verranno finanziati direttamente dallo Stato, per un totale di 16 miliardi di corone atte a diminuire la pressione fiscale ed «aumentare la competitività internazionale, ottenere più posti di lavoro e investire sui giovani e sulla crescita».
22 PER CENTO. La mossa liberale del ministro dell’Economia si giustifica considerando l’aliquota fiscale svedese. Il guadagno di un’azienda è fatturato per il 26,3 per cento, a fronte di una media europea pari al 23,4 per cento. Tuttavia, la bassissima percentuale di evasione fa pensare a un’ampia concordanza nel versamento delle tasse, che garantiscono uno Stato dai servizi efficienti. Anders Borg, da sempre sostenitore di una riduzione delle imposte verso chi è autore di job creation, punta in alto il proprio obiettivo: arrivare a una trattenuta sul fatturato aziendale pari al 22 per cento, ben sotto il trend medio dell’Ue.
REAZIONI. «L’effetto di queste riduzioni è difficile da calcolare» ha detto il premier Fredrik Reinfeldt, moderato e conservatore che però aggiunge: «Appoggio l’iniziativa di Borg». Iniziativa che piace al presidente dell’Unione degli Imprenditori Elisabeth Thand Ringqvist, ma non all’organizzazione parasindacale Småföretagarnas. Un comunicato stampa, infatti, afferma che «oltre a non conoscere quanto l’iniezione di questo denaro pubblico può influire sulla disoccupazione, le uniche imprese ad avvantaggiarsi di un minor carico fiscale saranno quelle con incassi notevoli. Per le piccole aziende, i miglioramenti daranno risibili». Ma la maggioranza, coadiuvata da Annie Lööf, segretaria del partito di centro, è con Borg.