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La realtà immateriale e fisicamente impercettibile di Nicola Evangelisti
[internal_gallery gid=59830] «Sono sempre stato affascinato dalla scienza – spiega Nicola Evangelisti, nuovo protagonista della Galleria OltreDimonre di Bologna – e ho cercato di visualizzare con le mie opere, scenari ipotizzati dalle teorie cosmologiche ma non visibili dai nostri sensi limitati. Gli aspetti della scienza che mi hanno maggiormente interessato sono quelli di indagine sulla natura dello spazio a varie scale di grandezza». È una riflessione sulla materialità inconsistente quella che l’artista esplora all’interno della mostra Temporary Illusiones, aperta dal prossimo 30 novembre al 19 gennaio 2013. Una materialità cangiante, la cui presenza può essere solo un’illusione, esplicata attraverso alcune installazioni e video-installazioni interattive il cui completamento percettivo è di natura mentale. «Ho lavorato sulla teoria della Relatività di Albert Einstein (struttura della spazio-tempo) – continua Evangelisti – fino alla Geometria Frattale di Mandelbrot per approdare ai paradossi delle più recenti teorie della Fisica Quantistica (Teoria del Multiverso)».
«A partire dall’11 settembre 2001 con gli attacchi di Al-Qaeda negli Stati Uniti e i gravissimi fatti che sono susseguiti, tra cui l’uso distorto da parte dell’amministrazione americana dei mass media, si è infranto il sogno di inviolabilità e di sicurezza del mondo occidentale. La scienza economica, come la scienza politica sono sfaccettature della contemporaneità ed è questa contemporaneità che viene assorbita e filtrata dalla visione e dalla poetica artistica». C’è dunque una analogia che per l’artista vale la pena di esplorare nella attuale situazione d’ambito sociale ed economico, ed anche la crisi internazionale è intrinsecamente legata alla virtualità della speculazione finanziaria che ha influito sulla realtà oggettiva d’ogni singolo individuo. L’economia reale è, infatti, finita in balia dell’economia virtuale, mettendo in crisi l’intero sistema economico occidentale. E se una volta la paura fisica era quella per la guerra fredda, oggi lo è per la guerra informatica condotta dagli hacker di stato, silenziose e invisibili presenze dagli effetti devastanti.
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