“Per Bach la musica era religione, comporla il suo credo, suonarla una funzione religiosa”. Così Leonard Bernstein riassume l’importanza della fede nelle composizioni di Johann Sebastian Bach. Tutto il repertorio bachiano è contraddistinto, esplicitamente o implicitamente, da questo grande senso del Mistero e da questa continua gloria a Dio. Il suo primo libretto di organo è intitolato “Per la gloria del supremo Dio, per l’insegnamento del prossimo” al pari di molte delle sue partiture che riportano questa intestazione: S. D. G. Soli Deo Gloria. Una dedica che esprime tutta l’ampiezza spirituale del Compositore.
Nella Passione secondo Giovanni (1723) e nella monumentale Passione secondo Matteo (1729 e redazione definitiva 1741) la musica sembra occupare un posto prioritario, quasi la parola fosse in second’ordine. L’architettura di arie e cori sembra realizzare un’espressività autonoma, indipendente dal testo. Di diverso avviso è il musicologo tedesco Walther Vetter che sottolinea invece come la musica di Bach abbia illustrato le caratteristiche peculiari dell’uno e dell’altro Vangelo. Al di là delle diatribe tra studiosi nelle Passioni, Bach porta avanti un lavoro di approfondimento di quello che la parola afferma, e rafforza, con i mezzi musicali, quello che la parola vuole esprimere.
La straordinarietà della musica, sia nell’inventiva melodica che nella struttura della forma e dell’armonia ci riportano alla mente l’incrollabile forza e unitarietà della fede Medioevale soprattutto di fronte al tema della morte. Il Divino permane nella storia e diviene l’ultima parola su tutte le storture della vita.
Si potrebbe continuare a dire molto ma forse vale la pena ascoltare questa musica che è mirabilmente interpretata nei quattro DVD editi dalla Berliner Philharmoniker casa editrice omonima dell’Orchestra tedesca. Guidati da Sir Simon Rattle questa incisione dal vivo (che arricchisce un progetto più ampio di incisione della musica su Blu-ray disc) coinvolge emotivamente l’ascoltatore che assiste in video. Si tratta di una esecuzione molto particolare perché il regista Peter Sellars opta per un allestimento che fonde musica e drammaturgia, sfruttando anche l’innovativa concezione sulla quale è basata la sala, che vede l’orchestra situata in posizione centrale, interamente circondata dai settori riservati agli spettatori (vedi qui). Parlando dell’esecuzione dei Berliner il New York Times dice: “Un’esecuzione brillante e carica di energia con un cast di cantanti insuperabili”. Una lettura che tocca vertici di perfezione mai ascoltati prima. Una compagnia preziosa alla Pasqua che stiamo per vivere.