Scuola. La tentazione comoda e disastrosa della Dad

I ministri Speranza e Bianchi cercano di confinare di nuovo ragazzi e famiglie in casa. Draghi per fortuna li blocca in tempo, ma il governo deve chiarire che la scuola non può essere sempre la prima sacrificata, anche in assenza di una reale emergenza

È stato un giorno di ordinaria follia tra le file del governo, che si è scontrato violentemente su scuola e Dad. Alla fine ne è uscito vincitore Mario Draghi, perdenti i ministri di Salute e Istruzione, Speranza e Bianchi. I secondi volevano cancellare le regole sul tracciamento dei contagi introdotte soltanto l’8 novembre e reintrodurre quella semplice e semplicistica secondo cui al primo positivo, professore o alunno, vaccinato o meno, si chiude tutto e si ritorna alla Dad. La circolare inviata al mattino a tutte le scuole è stata ritirata la sera dopo lo stop imposto dal premier: non si cambia.

L’isteria del governo sulla scuola

Il balletto del governo sulla Dad dimostra che la confusione e l’isteria nel governo, soprattutto in alcune sue componenti, regnano sovrane. Ad alcuni, infatti, non bastano il distanziamento, gli ingressi scaglionati, la mascherina, il controllo della temperatura, l’obbligo di lavarsi le mani, il green pass obbligatorio per gli insegnanti e il super green pass, il vaccino obbligatorio. Nel nome del rischio zero, bisogna confinare in casa alunni e famiglie.

L’atteggiamento dei ministri Speranza e Bianchi è riprovevole, anche se è soprattutto quest’ultimo ad assumere un atteggiamento incomprensibile. Sono passati solo quattro mesi da quando Speranza affermava: «Il green pass sarà lo strumento più efficace per far tornare tutti a scuola in presenza, in sicurezza e senza Dad». Sono passati solo due mesi da quando Bianchi proclamava trionfante alla Stampa: «La Dad è finita, non ha funzionato l’idea che si possa sostituire la didattica in presenza con una surrogata».

La Dad fa più danni della grandine

Se infatti Speranza, quello del “non libro” secondo cui il Covid è utile a rilanciare le ricette della sinistra, fa il suo gioco perverso, Bianchi dovrebbe pensare alla scuola e ai ragazzi. E se c’è una cosa certa che abbiamo capito in due anni di pandemia, questa è che la Dad è un disastro. Basta guardare i risultati dei test Invalsi 2021: alle medie il 39% dei ragazzi non raggiunge il livello minimo accettabile in italiano, il 45% in matematica, soglie ampiamente superate nel Mezzogiorno dove oltre il 50% dei ragazzi non ha competenze adeguate in italiano e il 60% in matematica. Per non parlare della quinta superiore, dove non arriva al livello minimo di italiano e di matematica rispettivamente il 44 e 51% degli studenti. Nel 2019 erano rispettivamente il 35 e il 42%. Basta guardare i numeri dell’abbandono scolastico, che fanno anche più paura del Covid.

La Dad ha fatto più danni della grandine. Non solo all’apprendimento, ma anche alla capacità relazionale e alla salute psicofisica dei ragazzi. Alberto Villani, pediatra dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, ha dichiarato ieri al Corriere:

«Abbiamo osservato un aumento di patologie molto serie. Tentato suicidio, autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare. La causa in parte è da attribuire alla reclusione in casa vissuta durante il lockdown e alle incertezze del dopo chiusura. Mi riferisco all’impossibilità di frequentare la scuola, di ritrovarsi con i compagni, di fare una partita a pallone con gli amici».

L’emergenza perenne a prescindere dai dati

Se le premesse sono queste, come può Speranza proporre, e specialmente Bianchi avallare, il ritorno a un sistema che spedirebbe rapidamente in Dad mezza Italia e anche di più? I numeri preoccupano, dicono, c’è l’emergenza. Ma è davvero così?

La situazione non sarà rosea come in estate, ma basta dare un’occhiata ai dati per capire che rispetto a un anno fa è tutto diverso: il 29 novembre 2021 si sono registrati 7.975 positivi, 65 morti, 669 persone in terapia intensiva e 5.135 ricoverate con sintomi. Un anno esatto fa, il 29 novembre 2020, i positivi erano 20.648, i morti 541, i pazienti in terapia intensiva 3.753 e quelli ricoverati con sintomi 32.879.

Chiudere la scuola fa comodo

Perché allora chiudere la scuola, sempre e soltanto la scuola, anche se tutti gli insegnanti e molti studenti sono vaccinati? Perché fa comodo. In due anni il governo giallorosso prima, e quello Draghi poi, hanno fatto poco o niente per risolvere i problemi legati a classi pollaio, trasporti inadeguati e tracciamento dei contagi. L’esecutivo ha stanziato qualche milione ad agosto per ampliare i complessi, quando l’anno scolastico era ormai alle porte e i fondi inutilizzabili.

La Dad è una tentazione comoda e disastrosa, perché danneggiando i ragazzi a tutti i livelli mina alla radice il futuro del paese. Draghi a ottobre, visitando a Bari i ragazzi dell’Its Cuccovillo, ha detto che «dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del governo». Il premier ha fatto bene a frenare i tic chiusuristi dei suoi ministri. Dovrebbe però ricordare loro con forza e una volta per tutte, specialmente al titolare dell’Istruzione, che il primo passo per «mettere al centro dell’azione del governo i ragazzi» è permettere loro di andare a scuola.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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