In Europa l’Italia deve cambiare lingua (e quindi governo)

C'è urgente necessità di un esecutivo forte che comunichi a Berlino che l’Italia non può fare altro che uscire, non dall’Europa, ma dal fronte tedesco egemonico

Cronache dalla quarantena / 31

A Roma devono smetterla di fare una tv di Stato (e almeno 3 giornaloni filo Pd) di speculazione politica contro l’opposizione e contro la Lombardia (tipo Report ad Alzano con l’incappucciato a fare intendere che doveva essere “zona rossa” quando la “zona rossa” non la decreta la Regione ma il governo). E facciano in fretta – invece del nulla che sta uccidendo l’Italia – un governo di unità nazionale.

Se non si fa questo governo di unità, state certissimi, non appena il virus mollerà la presa – lo segnala pure il Viminale – ci saranno tumulti. A causa di che? Ma ovvio, a causa di un ostinato e ottuso centralismo di puro potere, che adesso sta cercando di ancorare il governo Conte alla catena di comando del Pd. Ovvero sta cercando di ancorare (eliminando solo Conte?) il governo di Roma al comando Ue che “parla” con l’Italia solo per tramite del tridente (Pd) Gentiloni-Sassoli-Gualtieri.

Bisogna fare in fretta a rovesciare questo approccio. Cioè l’approccio commiserevole e questuante sin qui tenuto dai ministri e premier giallo-rossi in Europa. L’Europa – cioè il complesso industriale tedesco che sta “conteggiando” le vittime del Covid-19 in Germania secondo “interessi nazionali”, d’altronde come ha fatto la Cina, con “criteri scientifici” invece che con brutale repressione e disinformacja, escludendo cioè le morti indirette o cause “concomitanti” con il Covid-19 – ha la sola preoccupazione di mantenere il pallino egemonico (tanto più dopo la Brexit).

Solo la minaccia di un governo forte che comunichi a Berlino che l’Italia non può fare altro che uscire, non dall’Europa, ma dal fronte tedesco egemonico; quindi dicendo chiaro e tondo – non per antieuropeismo o con astio contro Berlino, ma con un puro e semplice: “Ci dispiace, ma non possiamo ammazzare la nostra gente, amici come prima ma proprio non possiamo fare altro” – che prima di fallire come la Grecia piuttosto l’Italia farà debito finché ne ha necessità e tanto peggio per i conti di Maastricht.

Solo questo ribaltamento di approccio e la chiara comprensione che l’Italia farà sul serio (perché a Roma c’è un governo che va da Salvini a Renzi passando da Berlusconi e Grillo), indurrà la Germania a considerare con più saggezza l’ipotesi di una mutualizzazione del debito su base eurobond.

Ma con chi la fanno l’economia e l’area politica dell’euro, se l’Italia può trainare il Mediterraneo Ue e comunque è il terzo mercato dell’Unione? Fanno l’euro con Olanda e Repubblica Ceca? Certo, finché ci fanno credere – i nostri ricchi egemonici del giornalismo e della finanza perbene, democratica e alla George Soros – che il pericolo sono i sovranisti e la destra degli unni, stiamo freschi. Chi le pagherebbe eventuali patrimoniali e prelievi forzosi avendo questa gente di buona sinistra capitali e proprietà che si spostano rapidamente in giro per il mondo? (Non è così compagno Saviano? non è così compagna Gabanelli?).

Guardate, quel sovranista bastardo di Donald Trump, così dileggiato dai media provinciali di casa nostra e che manda tutti i giorni a quel paese repubbliconi e corrieroni di casa sua, sta facendo sul serio quel che ha promesso: 2.000 miliardi di dollari sul piatto che diventeranno 4.000 con la leva del Tesoro. Ognuno dei 330 milioni di cittadini adulti americani sta già incassando 1.200 dollari cash, regalati dal governo. E ogni bambino 500 dollari.

Mio cognato californiano sta per accendere un prestito da 200.000 dollari a costo praticamente zero. Perché – ebbene sì – quel bastardo di governo destrorso e sovranista degli Stati Uniti dà l’opportunità a mio cognato che vuole continuare a fare l’impresa di ristoratore, di ottenere ben 200.000 dollari a interessi zero fino alla fine del 2020. A interesse dell’1 per cento fino al 2022. E interessi al 4 per cento per i quattro anni a seguire.

Ma questa nostra provincia di mangiatori di prebende di Stato, Rai, Alitalia… e di procure sempre scatenate perché nessuno sfugga all’oppressione dello “Stato profondo”, che cazzo ci stanno dando se non la solita sabbia negli occhi di decine di inchieste contro la “malasanità’”?

(Detto per inciso: vi immaginate con che animo oggi si lavora negli ospedali e nelle Rsa della Lombardia – ma non erano i nostri eroi fino a settimana scorsa gli operatori sanitari? –  tra la massa dei ricoverati per Covid-19, con questo alito sul collo della Guardia di finanza che minaccia di arrivare in corsia, a prelevare le cartelle mediche?).

Ecco Trump sono duemila più duemila miliardi sul piatto del popolo americano. E non rompete i coglioni con “chi è il colpevole” anche se solo New York (che per altro è governata dai democratici dell’aborto fino al nono mese, non dal cattivissimo pro-life Trump) ha più contagiati di tutta Italia, più vecchi morti di tutte le Rsa di Lombardia e più ingiustizie sociali di quelle che Report, il Corriere della Sera e Gad Lerner potrebbero denunciare nelle città venete amministrate dalla Lega.

In Italia il governo ha detto «siamo prontissimi» il 28 gennaio. Ha detto che spediva le mascherine e ci ha messo un mese. Ha detto che metteva 600 euro almeno in tasca ai poveri cristi delle partite Iva. E non si è visto niente. Mentre ogni giorno sparano numeri ad minchiam, ben sapendo che la Ragioneria di Stato ha bollinato che non ci sono coperture per fare niente.

(E per secondo inciso neanche i numeri del pensionato Angelo Borrelli sono giusti, stando all’analista non sovranista Luca Ricolfi).

L’unica cosa vera, ad oggi, è che dalla catena di comando che ha in cima Berlino, il ministro Gualtieri conta di incassare (per fantozziano remissivo atteggiamento) ben (ben?) 39 miliardi di euro (dal Mes, senza però spiegarci che dovremo restituirne 128, vedi intervista a Massimo Garavaglia).

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E adesso mi taccio perché in California hanno chiuso anche l’Oceano proprio quando mia nipote Bianca è entrata nella storia del surf (vedi qui dal minuto 20 in avanti). E soprattutto perché un po’ di lettori mi han chiesto la barzelletta che è tanto piaciuta a Berlusconi. Ok. Eccovela scodellata:

Un pastore stava pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo decisamente lontano e isolato, quando all’improvviso vede avvicinarsi una macchina nuova fiammante che avanza lasciandosi dietro una nuvola di polvere. Il guidatore, un giovane, rallenta, si sporge dal finestrino dell’auto e dice al pastore: «Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?».

Il pastore guarda l’uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma: «Certo, perché no?».

A questo punto lo yuppie posteggia l’auto, tira fuori il suo computer portatile e lo collega al suo cellulare. Si collega a internet, naviga in una pagina della Nasa che scansiona l’area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita. Apre quindi un programma di foto digitale ed esporta l’immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che, dopo pochi secondi, gli spedisce una e-mail sul suo palmare confermando che l’immagine è stata elaborata ed i dati sono stati completamente memorizzati.

Dopo pochi minuti riceve una risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine e rivolgendosi al pastore esclama: «Tu possiedi esattamente 1.586 pecore».

«Esatto. Bene, immagino che puoi prenderti la tua pecora a questo punto», dice il pastore, e guarda il giovane scegliere un animale che si appresta poi a mettere nel baule dell’auto.

Il pastore quindi aggiunge: «Hei, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la pecora?».

Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: «Okay, perché no?».

«Sei un parlamentare del Pd», dice il pastore.

«Caspita, è vero», dice il giovane. «Come hai fatto a indovinare?».

«Beh non c’è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente», dice il pastore. «Sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io già conosco, a una domanda che nessuno ti ha fatto, e non capisci un cazzo del mio lavoro. Ora restituiscimi il cane!».

Foto Ansa

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