IS avanza in Siria, Al Nusra attacca il Libano. Vescovo iracheno: «Bombardamenti inutili, serve più forza»

La città curda siriana di Kobane al confine con la Turchia è stata in parte conquistata dai jihadisti, mentre Al Qaeda cerca di entrare in Libano. Warda (vescovo di Erbil): «La mia gente sta morendo»

L’assalto cominciato a metà settembre ha dato i suoi frutti e ieri lo Stato islamico è riuscito ad entrare in tre quartieri della città siriana di Kobane, a un passo dal confine turco. L’offensiva ha fatto scappare altri duemila civili, portando a circa 180 mila il numero di curdi scappati verso la Turchia.

CITTÀ STRATEGICA. Nonostante i bombardamenti americani, i jihadisti dell’Isis continuano ad avanzare. Dopo aver issato due bandiere nere (foto in alto) nella parte orientale di Kobane, ora stanno cercando di entrare anche da sud-ovest mentre il centro della città rimane per il momento nelle mani dei curdi. Kobane è una città strategica per il Califfato, che consentirebbe agli islamisti di consolidare il dominio nel nord della Siria, assicurando rifornimenti e vie di fuga ai miliziani di Raqqa, collegandoli senza interruzioni alla città di Aleppo.

GUERRA IN LIBANO. La guerra che da tre anni e mezzo sconvolge la Siria, intanto, rischia di sconfinare in Libano. Nel fine settimana gli scontri al confine tra i qaedisti di Al Nusra e Hezbollah sono risultati in decine di morti. L’attacco è avvenuto di fianco ai villaggi di confine Brital e Nahleh, nella parte nord-orientale del Libano. Per il momento Hezbollah mantiene il controllo dell’area ma l’attacco, che conferma la rinnovata alleanza tra Al Nusra e Stato islamico, li ha costretti a difendersi in casa.

«SERVE PIÙ FORZA». Anche in Iraq la situazione non migliora. I terroristi sono avanzati ancora, arrivando a 40 chilometri da Baghdad e continuano a dominare la piana di Ninive. In un’intervista alla Bbc, l’arcivescovo di Erbil Bashar Warda critica la strategia americana di bombardare senza impiegare uomini, che fino ad ora si è rivelata completamente inefficace: «I bombardamenti non hanno fatto niente per aiutare i cristiani iracheni. È strano per un vescovo cattolico dire che abbiamo bisogno di più forza, ma si tratta di autodifesa, la mia gente sta morendo in modo terribile e doloroso. Abbiamo bisogno di essere difesi».

@LeoneGrotti

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