È tornata la politica e i fan degli “esperti” non sanno più che fare

I deputati del Pd Debora Serracchiani, Enrico Letta e Elly Schlein, nell’aula di Montecitorio durante il discorso di Giorgia Meloni ieri (foto Ansa)

Su Open si scrive: «Dopo le congratulazioni arrivate poche ore fa dalla Casa Bianca, la premier italiana Giorgia Meloni ha sentito al telefono il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. A farlo sapere è una nota di Palazzo Chigi che riporta i ringraziamenti di Meloni al presidente Usa e ribadisce “la profonda amicizia che lega Italia e Usa”. La presidente del Consiglio ha poi sottolineato “l’importanza della partnership transatlantica”, soprattutto “alla luce delle storiche sfide che le democrazie occidentali stanno affrontando, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica e alimentare”. Gli auguri di Biden erano arrivati due giorni fa tramite una nota della Casa Bianca».

Biden, politico di lungo corso, ogni tanto si arrende all’età e al logoramento di un vita intensa (fenomeno che ben conosciamo anche noi in Italia con personalità che tanto hanno dato al nostro paese e improvvisamente si mettono a straparlare) e si mette a far propaganda interna sulle elezioni italiane. Poi però sa, come dovrebbero sapere tutti, che la politica è innanzi tutto politica estera e che il governo Meloni nel contesto attuale è uno degli alleati più preziosi per Washington.

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Su Huffington Post Italia Gabriella Cerami scrive: «Pd, M5s e Terzo Polo sono così egocentrati e tormentati che neanche applaudono all’unisono. E Meloni ha gioco facile a dividerli».

La lunga stagione dello sbandamento della politica italiana partita con il 1992 e proseguita con il suo commissariamento da parte di Giorgio Napolitano nel 2011, ha diseducato la parte centrale della sinistra dalla capacità di pensare strategicamente. C’era qualcun altro (magistrati, influenze internazionali, il Quirinale come terminale dei vari poteri esterni alla politica) che pensava quali scelte essenziali dovessero essere assunte. Ora che il ritorno della politica sembra avere una chance, gli eredi della lunga stagione della subalternità “all’alto e al fuori” non sanno bene come muoversi.

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Sul Sussidiario Andrew Spannaus dice: «Sono un gruppo di parlamentari guidati da Pramila Jaypal, una delle deputate più in vista del gruppo progressista, attivista di sinistra del Partito democratico. Ha con lei un gruppo di giovani donne deputate molto attive su temi di sinistra. Ci sono altri parlamentari democratici non così schierati come lei, ma quasi tutti vengono dal campo progressista. Hanno deciso di dare voce pubblica a qualcosa che molti privatamente pensano, e cioè che la politica attuale porta in una direzione pericolosa».

Spannaus segnala come negli Stati Uniti l’area di opinione pubblica che chiede di trovare una soluzione alla guerra russo-ucraina sia ampia e crescente. Tanto che un gruppo di parlamentari democratici radicali ha in questo senso preparato un manifesto per la “trattativa” con Mosca. Poi l’ha ritirato, perché alla fine la politica è innanzi tutto politica estera e non si possono fare atti che aiutino il Cremlino a non pagare il dovuto per la sua aggressione a Kiev. Comunque il problema che una guerra, oltre a essere sostenuta quando è necessaria, debba avere degli obiettivi – come ha ben spiegato Henry Kissinger –, rimane in tutta la sua pesante consistenza.

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Sul sito di Tgcom24 si scrive: «“Questo è positivo, che ci sia un’apertura di questo genere evidentemente si tratta di una apertura generica che si dovrà poi concretizzare tenendo conto di tutti gli aspetti ma che ci sia disponibilità a parlare mi pare un segno”. Lo dice il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, apprendendo dai giornalisti le dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Peskov ha spiegato che il Cremlino non è contrario alla partecipazione del Papa e degli Usa alla ricerca di una soluzione del conflitto in Ucraina».

La Casa Bianca ha ribadito come ogni parola finale su una trattativa con Mosca spetti all’Ucraina. È una scelta giusta: è bene che però intanto sia spesa qualche parola “iniziale” sulla pace, in particolare da un soggetto così importante come il Vaticano.

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