«Dire che un gatto è un gatto è diventato difficile»

Riportiamo alcuni stralci di un’intervista, pubblicata sabato 19 gennaio da Le Figaro, al filosofo francese Rémi Brague, che ha anche occupato la cattedra Romano Guardini all’università Ludwig Maximilian di Monaco. Traduzione nostra.

ISLAM/1. In questo caso, il termine “religione” è già ingannevole in sé. La nostra idea di religione è modellata (…) sul cristianesimo. Quindi noi diciamo: nell’islam, ci sono tratti religiosi (preghiere, digiuni, pellegrinaggi, ecc.) e tratti non religiosi, come la sharia, le regole alimentari, di vestiario, ecc. E noi abbiamo la sfrontatezza di dire ai musulmani: rinunciate alla sharia e noi accetteremo la vostra religione! Ma loro non vedono le cose come noi: per loro la sharia, nelle sue diverse forme e con tutte le sue regole, è parte integrante della religione.

ISLAM/2. La violenza inerente a una religione? (…) Bisogna domandarsi se si possono attribuire atti di violenza al fondatore di una religione, a colui che ne costituisce il modello e l’insegnamento. Per quanto riguarda Gesù o Buddha, è molto difficile. Sfortunatamente, noi abbiamo una collezione di dichiarazioni attribuite a Maometto (hadith) e le sue biografie antiche, su tutte quella di Ibn Ishaq-Ibn Hicham. (…) Ora, quello che viene raccontato su quanto fatto dal Profeta e i suoi compagni assomiglia molto a ciò che abbiamo visto a Parigi o più in grande in Nigeria o nei territori dello Stato islamico. Maometto ha in effetti fatto decapitare qualche centinaio di prigionieri, ha fatto torturare il tesoriere di una tribù ebraica (…), ha comandato l’assassinio di tre musici che si erano presi gioco di lui. Non serve a niente gridare “contestualizzare!”: un crimine resta un crimine.

CHARLIE HEBDO E BLASFEMIA. Nel cristianesimo la raffigurazione di Dio ha come fondamento l’incarnazione. Il Dio cristiano non è lontano nella sua trascendenza. Non si può salire verso di lui, ma lui ha voluto discendere verso di noi. È perché la sua libertà è assoluta che può trascendere la sua trascendenza e donarsi in una figura visibile, cioè Gesù Cristo. Le icone, gli affreschi, i dipinti, le statue, tutta l’arte plastica europea deriva da questa prima irruzione nella visibilità. Da tempo Dio si è preso il rischio di essere preso in giro. Le caricature di Charlie, e le altre, non sono niente in confronto a quello che ha dovuto subire il Crocifisso. I loro tentativi di essere blasfemi sono quindi meno scandalosi. È interessante in ogni caso notare che invece di prendere in giro i torturatori, si scaglino contro la loro vittima.

VOLTAIRE. Io ricordo Voltaire, oltre che per quell’accanito antisemita che era, anche per essere colui che ha fatto incarcerare due volte nella Bastiglia La Beaumelle, [lo scrittore e polemista] che aveva osato criticare il suo libro Le Siècle de Louis XIV.

LIBERTÀ DI ESPRESSIONE. In Francia si ha il diritto di dire tutto tranne ciò che dà fastidio… Dire che un gatto è un gatto è diventato difficile. Oggi si preferisce usare degli eufemismi, in diversi modi, come ad esempio l’utilizzo delle sigle. Si dice Ivg per non parlare più di “aborto”, e Gpa (gestazione per altri, ndr) per non dire “utero in affitto”, ecc. Oppure si diluiscono le cose usando il plurale: si dice “le religioni”, mentre tutto il mondo pensa “islam”. Questo succede da tempo: si usava a volte “le ideologie” per non dire “il marxismo-leninismo”.

RISPETTO. La laicità non autorizza gli attacchi a ciò che è sacro, nel senso che li raccomanda, meglio dire al massimo che li tollera. Il cristianesimo non è una religione del sacro, ma della santità. Un oggetto può essere sacro, (…) ma non può in alcun caso essere santo. Solo una persona può essere santa. (…) Per il cristianesimo solo Dio è santo. Coloro che noi chiamiamo santi lo sono solo per partecipazione, per riflesso. Nessuna credenza merita rispetto, tanto meno le mie. Le credenze infatti sono cose, mentre il rispetto si può avere solo per le persone e non per gli oggetti. E questo rispetto, il solo che merita questo nome, non ha limitazioni.

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