Sarebbe un grave errore per Zelensky prendersela con la Chiesa ortodossa ucraina

Perché la legge all’esame del parlamento di Kiev per mettere fuori legge i cristiani accusati ingiustamente di essere legati a Mosca va fermata

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella cattedrale della Trasfigurazione di Odessa danneggiata dai bombardamenti russi, 27 luglio 2023 (foto Ansa)

Per gentile concessione del Catholic Herald, proponiamo di seguito in una nostra traduzione un articolo di Robert Amsterdam, l’avvocato internazionale che assiste la Chiesa ortodossa ucraina nello scontro legale in corso con governo e parlamento di Kiev, apparso mercoledì 27 dicembre nel sito del mensile cattolico britannico. La versione originale inglese è disponibile in questa pagina.

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Si dice che a mali estremi estremi rimedi, e in questo momento la situazione in Ucraina sta diventando sempre più disperata per il presidente Volodymyr Zelensky e il suo governo.

Malgrado il suo indiscutibile valore, l’esercito ucraino si ritrova bloccato in una situazione di stallo nei confronti degli invasori russi di Vladimir Putin. E come se non bastasse questa sfida, il presidente Zelensky è stato anche costretto a introdurre una serie di cambiamenti significativi al suo esecutivo, tra cui la rimozione di un ministro della Difesa accusato di corruzione, in un momento in cui molti nella comunità internazionale iniziano a perdere fiducia nella causa ucraina.

Considerata questa confluenza di fattori, non sorprende forse che Zelensky e il suo governo si sentano circondati da nemici, reali o immaginari che siano. Forse è questa sensazione di essere costantemente sotto attacco a spiegare la sua decisione di appoggiare una proposta di legge attualmente all’esame del parlamento ucraino (Rada) che metterebbe al bando la Chiesa ortodossa ucraina (Uoc [Ukrainian Orthodox Church nell’originale inglese, ndt]), casa spirituale per milioni di suoi concittadini.

I politici ucraini vogliono accaparrarsi il voto di quanti sostengono una nuova chiesa – la Chiesa ortodossa dell’Ucraina (Ocu [Orthodox Church of Ukraine, ndt]) – e dunque ritengono che sia nel loro interesse distruggere l’antica Uoc. Ma da nessuna parte nella Costituzione ucraina, nella legge internazionale e nelle regole della guerra è prevista la messa al bando di una denominazione religiosa.

Se fosse promulgata, questa legislazione, che attualmente è in attesa di un ulteriore esame da parte della Rada, negherebbe al popolo ucraino un diritto umano fondamentale: la libertà di religione. Imporrebbe alle persone di una determinata fede di abbandonare la propria chiesa e di praticare invece il proprio culto nel filone dell’ortodossia preferito dal governo, la neocostituita Ocu. Ma dire alle persone come debbano praticare il proprio culto è in palese contrasto con i diritti umani internazionalmente riconosciuti.

In base alla Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, una dichiarazione elaborata in seguito alla Seconda Guerra mondiale, conflitto che devastò quella che oggi è l’Ucraina, ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; questo diritto include la libertà di cambiare la propria religione o il proprio credo, e la libertà e di manifestare, singolarmente o comunitariamente insieme ad altri, e pubblicamente o privatamente, la propria religione o il proprio credo nell’educazione, nella pratica, nel culto e nell’osservanza.

L’Ucraina aspira inoltre a diventare membro dell’Unione Europea. Anche qui, l’articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che l’Ucraina ha ratificato nel 1997, obbliga l’Ucraina a «garantire a chiunque si trovi sotto la sua giurisdizione» il «diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione», compresa la libertà «di manifestare, singolarmente o comunitariamente insieme ad altri, e pubblicamente o privatamente, la propria religione o il proprio credo nel culto, nell’educazione, nella pratica e nell’osservanza».

Detto chiaramente, il parlamento ucraino rischia di abbattere un pilastro essenziale per la società civile, pilastro di cui avrà estremo bisogno se intende costituire una società libera e pluralista una volta che la Russia sarà stata respinta. Tutto questo deve essere fermato.

E perché mi interessa? Beh, avendo fronteggiato lo Stato russo in passato, posso assicurarvi che non è per favorire i nemici della libertà. Al contrario, difendere il diritto alla libertà di religione è una mossa a sostegno della libertà, iniziative che ho promosso in passato in luoghi come lo Zimbabwe.

Tornando all’Ucraina, né i legami religiosi storici né la possibilità che vengano esercitate ingerenze straniere possono prevalere sulla libertà di religione. In una società democratica, non spetta allo Stato giudicare i legami canonici con altri filoni dell’ortodossia o invocare la sicurezza nazionale senza giustificazione. Devono ancora ancora essere portate prove che dimostrino l’esistenza di un controllo straniero sulla Chiesa ortodossa ucraina; anzi, il capo dell’Uoc in Ucraina ha denunciato l’invasione russa.

Dall’invasione del febbraio 2022, l’Uoc si è mossa in maniera indipendente dalla Chiesa ortodossa russa. I sacerdoti dell’Uoc, i suoi vertici e migliaia dei suoi seguaci sostengono pienamente il loro paese contro l’aggressione russa e hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per separarsi dalla Roc [Russian Orthodox Church, ndt].

Che piaccia o meno all’attuale governo, l’Uoc è la casa dell’ortodossia in Ucraina, esiste da mille anni e, pur essendo storicamente inserita nel filone ortodosso russo della Chiesa, ha tagliato il suo legame amministrativo con Mosca in seguito all’invasione. Si tratta, in effetti, di un filone autonomo che non riconosce questo legame storico nelle proprie strutture.

Qualunque sia la tassonomia, comunque, il fatto è che il mondo non ha dato al governo ucraino carta bianca per intimidire o perseguitare incolpevoli funzionari ecclesiastici o fedeli. Se il governo ucraino ha prova di condotte criminali all’interno della Chiesa, allora dovrebbe indagarle e perseguirle in base alla legge.

Quello che l’Ucraina non dovrebbe fare è violare un diritto umano fondamentale quando il mondo intero guarda ad essa nella speranza che possa essere un faro di speranza in una regione dove i diritti umani sono una rarità.

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