Le banche si ostinano nella stretta creditizia che fa incancrenire la crisi. È ora che Letta pretenda da loro il dovuto

Calano ancora i prestiti a imprese e famiglie. Il governo intervenga condizionando gli aiuti di Stato al sistema del credito alla riapertura dei rubinetti

La notizia è di qualche giorno fa, ma ha avuto un’eco scarsa rispetto al suo peso: in base ai dati della Banca d’Italia, il mese di novembre 2013 ha segnato un ulteriore calo dei prestiti concessi dagli istituti di credito. Il decremento nei confronti delle imprese è stato del 6 per cento su base annua, con un salto rispetto a ottobre, allorché aveva toccato il 4,9, e dell’1,5 per cento nei confronti delle famiglie (fino a ottobre l’1,3); complessivamente i prestiti al settore privato sono scesi del 4,3 per cento rispetto a novembre 2012, a fronte del 3,7 di ottobre.

Tutto ciò non si spiega per una parallela crescita delle sofferenze, che a novembre si attestavano al 22,8 per cento, dal 22,9 di ottobre. Da più di cinque anni, cioè da quando è esplosa la crisi, larga parte delle banche l’ha interpretata scindendo due profili: pretendendo, e ottenendo, dallo Stato un intervento massiccio, talora a fronte di scelte strategiche sbagliate degli istituti (ogni riferimento all’utilizzo degli introiti dell’Imu per sanare il bilancio di Mps è assolutamente voluto); drammatizzando nei confronti dei privati la logica di mercato, con restrizioni in eccesso. Il risultato è che i rilevanti contributi pubblici non hanno avuto nessuna ricaduta su famiglie e imprese, e con questo comportamento una fetta delle banche ha contribuito all’aggravamento della crisi: la crescente estromissione di aziende dal mercato e l’aumento della disoccupazione dipendono in misura non lieve da questo.

Se il governo decidesse di interessarsi non soltanto di rimpasto, di cognome dei genitori e di diffusione dell’ideologia del gender nelle scuole, vi sarebbe materia su cui impegnare più utilmente gli sforzi: tanto per cominciare, per condizionare gli aiuti al sistema del credito – che continuano a essere corrisposti – alla riapertura dei rubinetti ai privati.

Exit mobile version