«Gesù è fiero di noi perché dovendo scegliere tra le nostre proprietà e Lui, abbiamo scelto Lui. I nostri cristiani hanno confessato la loro fede in Dio, senza paura, con fermezza, meglio morire con dignità per Cristo che vivere con umiliazione». Il meglio del Meeting viene alla fine, a giudicare dalla potentissima testimonianza del vescovo iracheno Shlemon Warduni (appena intervistato da tempi.it). Oltre a lui, l’ultimo incontro della XXXV edizione ha visto parlare l’arcivescovo nigeriano Ignatius Kaigama, il pakistano Paul Bhatti e l’inviato della Stampa Domenico Quirico.
«MEETING, PERSONIFICAZIONE DELLA FEDE». È libero Kaigama, che nonostante le persecuzioni e le discriminazioni che subiscono i cristiani in Nigeria, sottoposti alle violenze di Boko Haram, ha «ancora speranza. Cristiani e musulmani moderati cercano di incontrarsi e di parlare per evitare che Boko Haram distrugga il paese. A Jos abbiamo costruito una cattedrale e due emiri ci hanno donato dei soldi per aprirla. Boko Haram ha creato paura e sospetto tra cristiani e musulmani. Quando dicono di uccidere noi cristiani, noi abbiamo paura. Ma la nostra fede è irremovibile e guardando a Cristo abbiamo la speranza di vincere il male. Voi, che siete uomini di grande fede, aiutateci, fate pressioni sui vostri governi perché pongano fine al terrorismo. Io dico sempre a tutti che per vedere la personificazione della fede e dell’amicizia bisogna andare al Meeting di Rimini».
«L’ONU NON FA NIENTE». E aggiunge: «Ci hanno spogliato di tutto, hanno strappato anche una bambina dalle braccia dei genitori, hanno commesso atti terribili, distrutto la storia delle città, compiuto delitti contro le donne e nessuna donna nel mondo ha protestato contro queste violazioni, anche della dignità femminile, se capite cosa intendo. Uomini sono stati uccisi, alcuni sepolti vivi, bambini morti di sete, giovani uccisi, mogli e figlie vendute al mercato degli schiavi per piacere sessuale. Davanti a tutto questo vi chiedo di prendere la questione sul serio: non vendete loro le armi perché questo ci uccide. Tutti sanno chi fornisce loro le armi ma nessuno fa niente per gli interessi e il petrolio. Venite a proteggerci e restituiteci i nostri diritti umani. Ma dov’è l’Onu? Cosa fa l’Onu? Niente. Noi ringraziamo il Papa che ci sostiene e a tutte le chiese chiediamo di cooperare per seminare la pace e l’amore e sradicare il male. E voi che ci ascoltate, sosteneteci e il Signore vi benedirà».