Cambiare lo status quo di Taiwan è rischioso per Cina e Usa

Pechino mira a suon di esercitazioni militari a cancellare l'idea di una linea mediana nello Stretto. Xi soffia sul fuoco della crisi per ragioni di politica interna: un errore che può scatenare la guerra

Il Comando del teatro orientale delle forze armate cinesi ha annunciato ieri di aver «completato con successo le operazioni militari congiunte intorno all’isola di Taiwan». La tensione però resta alta non solo perché una ventina di navi cinesi e taiwanesi rimangono sulla linea mediana dello Stretto, ma anche perché Pechino continuerà a «organizzare pattugliamenti regolari». Nell’ultima settimana di esercitazioni militari la Cina, come dichiarato da Joseph Wu, ministro degli Esteri di Taiwan, ha mirato a cambiare lo status quo nello Stretto «preparando l’invasione».

Il blocco aeronavale di Taiwan

Hu Xijin, ex direttore del Global Times, megafono nazionalista del Partito comunista cinese, ha scritto su Weibo che Taiwan dovrebbe abituarsi alla «nuova realtà»: «Le esercitazioni militari non sono altro che l’inizio della normalizzazione da parte dell’Esercito popolare di liberazione di nuove tattiche nello Stretto. Il blocco aeronavale dell’isola è diventato una realtà che può essere messa in pratica in ogni momento».

L’obiettivo di Pechino sarebbe quello di censurare l’idea dell’esistenza di una linea mediana nello Stretto di Taiwan e di smettere di rispettare le acque territoriali e lo spazio aereo del paese, che pure riconosce solo informalmente. Secondo Yue Gang, colonnello cinese in pensione, una volta cancellati questi confini «la probabilità che scoppi un conflitto è più ampia».

Nell’ultima settimana, la linea mediana, il confine non ufficiale tra i due paesi nello Stretto, è stato violato oltre cento volte sia dai cacciabombardieri che dalle navi dell’esercito cinese. Taipei ha risposto con proprie esercitazioni militari.

Il conflitto tra Cina e Usa

La contesa, più che tra Taiwan e Cina, è tra il regime comunista e gli Stati Uniti. È la visita sull’isola della speaker della Camera americana Nancy Pelosi ad aver scatenato l’ira del Dragone e lo scontro a distanza continuerà se non verranno intraprese iniziative diplomatiche per raffreddare la tensione.

Anche se un conflitto aperto tra le due superpotenze mondiali resta improbabile, la tendenza dei due paesi ad affrontare la politica estera a partire dalle necessità di politica interna aumenta il rischio di una guerra mondiale.

«Modificare lo status quo di Taiwan è pericoloso»

In una tribuna, Renaud Girard sul Figaro scrive che la speaker Pelosi con la sua visita sperava di ottenere più vantaggi «personali» e partitici in vista delle elezioni di mid-term di novembre negli Stati Uniti che «risultati diplomatici».

Allo stesso modo il presidente Xi Jinping, con la sua risposta aggressiva, guarda più a serrare i ranghi nazionalisti in vista dell’importante Congresso d’autunno che all’invasione di Taiwan, che resta incredibilmente complessa e rischiosa dal punto di vista logistico e geopolitico. «Modificare lo status quo di Taiwan è pericoloso tanto per i cinesi quanto per gli americani», soprattutto in un momento in cui «la pace tra grandi potenze vissuta negli ultimi 72 anni non può essere data per scontata».

Xi Jinping consolida il suo potere in Cina

Questo è vero soprattutto se a capo della Cina verrà confermato Xi, il nuovo Mao Zedong. Per raggiungere ciò che nessuno ha mai ottenuto dalla morte del Grande timoniere nel 1976, il potere assoluto a vita, il “presidente di tutto” ha già predisposto i tasselli necessari, eliminando negli anni gli avversari politici e cambiando la Costituzione e la storia del paese.

A giugno ne ha aggiunto però un altro fondamentale: ha finalmente fatto nominare a capo del potentissimo ministero per la Pubblica sicurezza un suo stretto alleato, Wang Xiaohong. Ora Xi può vantare il controllo di tutti e tre i pilastri del potere in Cina: l’esercito, la propaganda e l’apparato di sicurezza. Tra pochi mesi si saprà come e per quali obiettivi intende usare questa mole di potere senza precedenti.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Exit mobile version