Te Deum 2021 e molto altro: cosa c’è nel numero di Tempi di dicembre

Buone ragioni per essere grati dell'anno che si chiude, anche dentro la persecuzione e il lutto. Guida ai contenuti del mensile di dicembre 2021

La copertina del tradizionale Te Deum di Tempi quest’anno se la prende Lee Cheuk-yan, l’ex parlamentare di Hong Kong in carcere da sette mesi per aver difeso pacificamente la libertà dell’ex colonia britannica dalle ingerenze del regime comunista cinese. Nei suoi confronti non smettono di accumularsi condanne per “manifestazioni non autorizzate” e altri simili pretesti, così come non smette di dispiegarsi sotto gli occhi (e nel vergognoso silenzio) del mondo la spietata sottomissione di Hong Kong da parte del “padrone” di Pechino.

Il Te Deum da Hong Kong lo ha scritto per il numero di dicembre 2021 di Tempi la moglie di Lee Cheuk-yan, Elizabeth Tang. Non è una contraddizione chiedere alla famiglia di un perseguitato politico di raccontare pubblicamente un motivo per ringraziare dell’anno che si chiude, anzi, è esattamente questa l’idea di Luigi Amicone che sta all’origine della tradizione del Te Deum di Tempi: offrire un punto di fuga alla “società della lamentela” attraverso testimonianze di chi riesce a vedere la positività della realtà anche vivendo un inferno.

Testimonianze come, per esempio, quella di Emmanuel Uchechukwo Okolo, cancelliere della diocesi di Kafanchan, Nigeria, dove i cristiani subiscono da anni la furia spaventosa e sanguinosa degli islamisti Fulani. O come quella di Thabet Yousif, nuovo vescovo coadiutore dell’eparchia di Alqosh, Iraq, che da parroco di Karamles ha vissuto tanto la devastante invasione dell’Isis quanto, proprio nel 2021, l’inedita visita del Santo Padre.

Non poteva mancare, fra i Te Deum 2021, la memoria di Amicone, fondatore di Tempi scomparso improvvisamente a ottobre: ne scrivono in particolare gli amici Fabio Cavallari e don Antonio Villa. Autori di Te Deum sono inoltre l’imprenditore brianzolo Gianantonio Sanvito, che si è ritrovato nel tormentato Nagorno-Karabakh a ricostruire una scuola professionale; la dirigente scolastica e scrittrice Elena Salamone Rodriguez; lo storico dell’arte Marco Bona Castellotti e Mauro Grimoldi, insegnante.

Nel numero di dicembre di Tempi si parla inevitabilmente del “tormentone” ambiente: Caterina Giojelli racconta la sua invivibile ma divertentissima “settimana a impatto zero”, mentre Roberto Zucchetti spiega con numeri e osservazioni controcorrente perché la transizione verso la mobilità green rischia di essere una grande ingiustizia sociale. Leone Grotti poi dedica un ampio servizio alla Chiesa francese e alle sue scelte incomprensibili (e autolesioniste) sul tema della pedofilia. Ampio spazio inoltre alla cultura e alla resistenza degli intellettuali contro il dominio del politicamente corretto e del movimento “woke”, con due imperdibili interviste al grande Harvey Mansfield e al mai banale Alain Finkielkraut. Lorenzo Castellani invece presenta il saggio di Lodovico Festa e Giulio Sapelli Draghi o il caos.

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Tutto questo e molto altro nel nuovo numero di Tempi. In attesa che il mensile di dicembre 2021 arrivi nelle loro case, gli abbonati a Tempi possono già sfogliare la rivista in formato digitale nell’area riservata del sito.

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