New York lancia la giustificazione globale: si può marinare la scuola in nome del clima

Perché parlare di ambiente in classe quando puoi dispensare dalle lezioni oltre un milione di studenti e costruire sulla “climate action” la campagna per le presidenziali? Il sindaco Bill de Blasio invita allo sciopero in piazza con Greta

La città di New York ha annunciato che venerdì gli alunni delle scuole pubbliche potranno saltare le lezioni senza subire sanzioni disciplinari per partecipare al Friday for Future. La manifestazione, uno sciopero scolastico internazionale ispirato alla campagna contro i cambiamenti climatici di Greta Thunberg, si terrà nella Grande Mela a tre giorni dall’atteso summit sul clima delle Nazioni Unite (lunedì 23 settembre), durante il quale è previsto per altro un intervento della stessa attivista ambientalista svedese.

In un articolo che raccoglie reazioni e commenti alla notizia, il New York Times scrive che l’annuncio dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco ultraliberal Bill de Blasio, ha fatto tirare un respiro di sollievo a molti genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, considerato l’alta partecipazione prevista all’evento. Senza contare che molti docenti «avevano in programma di accompagnare alcuni studenti allo sciopero già prima che la città accordasse il permesso ufficiale».

L’OBIETTIVO PIÙ GRANDE

«Non siamo contro il sistema scolastico», spiega al New York Times Xiye Bastida, alunna 17enne di una high school di Manhattan. «Vogliamo che le scuole lavorino con noi perché il nostro obiettivo più grande è fermare l’industria dei carburanti fossili». Secondo il quotidiano, la decisione di De Blasio potrebbe portare in piazza 1,1 milioni di persone: tanti sono gli alunni iscritti alle scuole pubbliche. Senza contare che «molti altri grandi distretti stanno discutendo sulla posizione da prendere» e potrebbero seguire la linea di New York.

Proprio a New York è sbarcata il mese scorso Greta Thunberg al termine della sua molto celebrata e altrettanto contestata traversata dell’Oceano Atlantico a bordo della barca a vela del principe Casiraghi. Al suo arrivo era stata accolta da una manifestazione partecipata anche da «dimostranti di appena 9 anni», ricorda ancora il New York Times.

A parte «il rischio che alcuni studenti approfittino dell’occasione di marinare la scuola per divertirsi», il celebre giornale dà conto anche di alcune obiezioni di buon senso alla decisione della città:

«Molti critici – dai negazionisti dei cambiamenti climatici a persone che preferiscono un approccio meno radicale alla lotta ai cambiamenti climatici – pensano che il sindaco Bill de Blasio stia strumentalizzando le politiche sulla frequenza scolastica per promuovere un obiettivo politico. L’editorial board del New York Post ha definito la decisione un “autentico patrocinio governativo a un’opinione particolare”».

Qualche conferma di questo giudizio arriva da altri commenti e da ulteriori dettagli aggiunti alla notizia dallo stesso New York Times:

«Alcuni insegnanti protestano che sarebbe più utile parlare agli studenti del clima nelle scuole. E alcuni contrari alla decisione sostengono che De Blasio rischia di politicizzare l’educazione garantendo assenze giustificate per particolari cause. Il sindaco ha messo la “climate action” al centro della sua campagna per le prossime presidenziali.

Giovedì il dipartimento dell’Educazione invierà alle scuole linee guida che le invitano a organizzare dibattiti “sull’impatto dei cambiamenti climatici e sull’importanza dell’impegno civile”, informa il portavoce Will Mantell.

Gli insegnanti riceveranno inoltre materiale adatto alle varie fasce di età sui cambiamenti climatici, materiale che fa parte di un curriculum già adottato da molte scuole. Avranno inoltre dispense sulle storiche proteste studentesche e informazioni sull’impatto delle questioni ambientali».

Foto Ansa

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