Meloni: «L’Italia dimostri di avere a cuore Asia Bibi e le conceda asilo politico»

Intervista alla leader di Fratelli d'Italia: «Salvare Asia e ciò che lei rappresenta vuol dire salvare ciò che siamo e che ha reso nei secoli la nostra Europa un faro di civiltà»

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha chiesto al governo italiano di mobilitarsi affinché il nostro paese conceda asilo politico ad Asia Bibi, la donna cristiana pakistana che, sebbene giudicata innocente dopo una decennale detenzione in carcere con l’accusa di blasfemia, non può lasciare il carcere per il pericolo di ritorsioni da parte di frange islamiste.

Onorevole Meloni, come si deve muovere il governo italiano per concedere asilo politico ad Asia Bibi?
Da settimane Fratelli d’Italia chiede al governo di offrire la disponibilità dell’Italia ad accogliere nella nostra nazione Asia Bibi e la sua famiglia e dare loro la possibilità di avere un posto sicuro dove poter continuare a vivere. Sollecitiamo l’intervento dell’esecutivo da quando il partito radicale islamico pachistano Tehreek-e-Labaik è tornato in piazza per chiedere l’impiccagione di Asia e ha minacciato di morte i giudici della Corte suprema chiamati a decidere sul suo caso. Abbiamo anche presentato in Commissione esteri alla Camera una risoluzione per impegnare il governo a fare tutto quello che è possibile per salvare Asia. L’Italia dimostri il coraggio di prendersi a cuore questa vicenda perché Asia è il simbolo della più sanguinaria ed estesa discriminazione nel mondo: quella contro i cristiani. Roma è la capitale della cristianità e la nostra nazione è la culla del cristianesimo: non possiamo girarci dall’altra parte ed essere indifferenti.

Cosa l’ha colpita di questa vicenda?
Sono rimasta sconcertata dal silenzio dell’Occidente, in particolare dell’Unione Europea. Un silenzio indecente e vigliacco che conferma il triste declino di un’Europa che rinuncia a difendere le sue radici, la sua identità e la sua storia. Un declino che noi vogliamo combattere perché non ci arrendiamo all’idea di un’Europa fondata sul politicamente corretto e sul relativismo nichilista, un’Europa che annienta se stessa in nome di un pensiero unico dominante che cancella ogni identità. Salvare Asia e ciò che lei rappresenta vuol dire salvare ciò che siamo e che ha reso nei secoli la nostra Europa un faro di civiltà.

Perché non lanciare un MeToo per tutte le Asia Bibi del mondo, donne perseguitate ma spesso dimenticate?
La persecuzione dei cristiani nel mondo è un fenomeno allarmante che in alcune nazioni assume la forma di un genocidio vero e proprio. Ma la comunità internazionale, i grandi mezzi di comunicazione e quegli intellettuali sempre pronti a scendere in campo per qualsiasi sedicente discriminazione rivolgono i loro occhi altrove e se ne infischiano completamente. Così come non si preoccupano affatto che in moltissimi stati musulmani, come il Pakistan, l’Arabia Saudita e il Qatar, sia ancora in vigore la pena di morte per blasfemia e apostasia. Stati che qualcuno considera, anche in Italia, come “amici e moderati”. Se vogliamo davvero combattere la persecuzione nei confronti di donne come Asia, bisogna avere il coraggio di denunciare questi problemi e di chiamarli con il loro nome, senza ipocrisie e senza la lente del politicamente corretto. Noi abbiamo combattuto per secoli per avere libertà e democrazia per poi sottometterci a chi considera la libertà e la democrazia un peccato contro Allah.

Foto Ansa

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