La politica ha bisogno eccome di eroi, ma non di figurine alla Soumahoro

Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro, ospite della trasmissione Piazzapulita su La7, 24 novembre 2022 (foto Ansa)

Sul Sussidiario Giulio Sapelli scrive: «Che cosa sta accadendo nell’Ue, nel corpo vivo del neo cameralismo prussiano che è divenuto il passo di marcia di una Ue sempre più distante dai processi reali, storico-concreti di una realtà mondiale dilacerata da contraddizioni profondissime che hanno nella guerra imperiale russa contro l’Ucraina un punto di disvelamento tragico e devastante? Plasticamente e con una certa dose di orrore dilagante solo che ci si rifletta con pacatezza, la risposta ce la dà la proposta formulata dall’esecutivo comunitario in merito al price cap, ossia alla misura che dovrebbe essere posta in atto per mitigare l’aumento dei prezzi del gas che sono – a fasi alterne – governati tanto dalle quantità presenti sui mercati, quanto dalle oscillazioni della sottilissima borsa di Amsterdam».

Mentre la stampa mainstream strepita sull’isolamento di Giorgia Meloni in Europa, le persone serie si chiedono che cosa sia possibile fare per salvare “questa” Europa.

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Su Strisciarossa Pietro Spataro scrive: «La storia di Aboubakar Soumahoro, comunque vada a finire, è anche una lezione per la sinistra e per la politica. “Sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi”, scriveva Bertolt Brecht. Perché quando si ha bisogno di eroi, sulle spalle dei quali costruire la propria immagine e il proprio futuro, vuol dire che si difetta di idee e di persone normali che facciano bene il proprio lavoro e possano realizzarle. Si risponde alla mancanza di una visione e all’assenza di una comunità che se ne faccia carico con la creazione di personaggi che abbiano la forza simbolica di poter supplire alle proprie debolezze. La personalizzazione della politica è anche questa ossessiva e misera ricerca di miti e di simboli ai quali aggrapparsi nel deserto in cui oggi agiscono i partiti ormai spolpati. Non succede solo a sinistra, anzi. Ma spesso succede anche a sinistra. Il caso Soumahoro sta lì a dirci che la sinistra dovrebbe smetterla di cercare gli eroi – anche quelli che entrano in Parlamento con gli stivali sporchi di fango – per dedicarsi invece a un altro lavoro: trovare uomini e donne in carne e ossa che sappiano trasmettere la forza della loro straordinaria normalità».

Lasciamo perdere Brecht, in realtà la politica ha bisogno di eroi, cioè leader moralmente autorevoli che sappiamo guidare lotte e mobilitare un popolo. Non ha bisogno invece di “figurine inventate” tipo un Soumahoro, un Giuseppe Conte, una Letizia Moratti.

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Su Affaritaliani Giuseppe Valditara dice: «Lunedi ad un convegno si stava parlando di episodi gravi di violenza commessi da studenti ai danni dei docenti. Pensavo al noto caso di un ragazzo che ha preso a pugni il proprio insegnante. Ho affermato che sospendere per un anno quel ragazzo non ha molto senso, molto meglio responsabilizzarlo facendogli fare lavori socialmente utili. Mi sono posto il problema se ciò potesse rappresentare per quel ragazzo violento una umiliazione. Quando si irroga una sanzione si genera spesso in chi la riceve una umiliazione del proprio ego. Alcuni ragazzi violenti hanno difficoltà ad ammettere i propri errori, a chiedere scusa proprio perché questo comporta una riduzione del proprio io ipertrofico».

Questi qui del centrodestra dovrebbero contare fino a mille prima di fare qualche sparata: ogni loro sbavatura diventa un ciclone.

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Su Formiche Gianfranco Rotondi dice: «La Meloni è un ciclo nuovo della politica italiana, come Berlusconi nel ’94. Segnerà una stagione molto lunga perché domina il centrodestra con grazia e determinazione e induce la sinistra a rapportarsi ad essa. Come il berlusconismo plasmò la sinistra a sua immagine, così avverrà anche a questo giro. Solo che l’immagine della Meloni è quella della politica. Quindi la sinistra tenderà a dismettere gli effetti speciali della Seconda Repubblica e a tornare ai princìpi sani e alla grammatica della politica. A una destra più destra si contrapporrà una sinistra più sinistra».

Ecco un‘analisi interessante di Rotondi che sottolinea come dalle nostre parti dopo il 1992 l’iniziativa politica nasca sempre a destra: prima in forma leaderistica-movimentisca con Silvio Berlusconi, oggi con un più alto contenuto politico con Fratelli d’Italia che si collega all’alleanza conservatori moderati-radicali che sta crescendo in Europa e in Occidente. Nel centrosinistra la difficoltà a dare una risposta politica ai problemi nazionali nasce dalla rendita di posizione che le macerie della Prima Repubblica assicurano a questo schieramento, “rendita” che garantisce segmenti di potere ma al prezzo della subalternità al “vecchio” in Italia e a strutturati sistemi d’influenza internazionali sulla scena globale.

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