La guerra più difficile Draghi ce l’ha in casa

All’esterno si è allineato con i principali paesi europei mantenendo un legame con Washington, ma in patria deve fare i conti con partiti riottosi e in crisi di consensi. Il Pnrr non basterà

Il sistema politico italiano si trova sul punto di entrare nuovamente in una fase di instabilità e incertezza. Le tensioni internazionali, che si riflettono sulle coalizioni e sui partiti, si sovrappongono a quelle interne, sul fronte fiscale e della concorrenza. Mario Draghi è lo snodo di molti problemi differenti e sempre più pressanti.

Il primo è naturalmente la prosecuzione della guerra in Ucraina, che sul piano interno ha visto assumere posizioni non-interventiste da parte della Lega, del Movimento 5 stelle e di alcune correnti della sinistra. Il presidente del Consiglio sembra essere arrivato ad un buon compromesso: si è allineato con gli altri principali paesi europei in politica estera mantenendo un legame forte con Washington; ha garantito la fornitura di armi a Kiev come richiesto dalla Nato e dagli Stati Uniti; ha perseguito, insieme agli altri leader europei, un moderato inasprimento delle sanzioni economiche verso la Russia, ...

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