Il Senato stoppa il ddl Zan. E la Chiesa ribadisce il suo no

A Palazzo Madama passa la "tagliola" sul discusso disegno di legge sull'omotransfobia. La Congregazione per la Dottrina della Fede ai politici cattolici: votate secondo il Magistero (cioè contro)

Il deputato del Pd Alessandro Zan parla con i giornalisti fuori dalla sede del suo partito a Roma (foto Ansa)

Per un cattolico, sul ddl Zan «Vale ciò che Papa Francesco disse sul gender nell’Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia (“Il gender è un’ideologia che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna, prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia”) e ciò che Giovanni Paolo II scrisse nell’enciclica Evangelium Vitae agli articoli 73 e 74».

E proprio oggi il Senato ha detto sì al voto segreto sul ddl Zan: salta l’esame degli articoli ed emendamenti del decreto legge, per cui l’iter si blocca.

La «chiara riprovazione dell’ideologia gender»

Con una lettera inviata a Pro Vita & Famiglia Onlus, e ripresa oggi in esclusiva dal Giornale, la Congregazione per la Dottrina della Fede ribadisce il no della chiesa alla legge sull’omotransfobia che sarà votata oggi al Senato. Non è una sorpresa, sul tema il Vaticano si era già espresso chiaramente con la Cei e la Segreteria di Stato, ma sono importanti il tono e i riferimenti che il dicastero che fu di Joseph Ratzinger e oggi di Luis Francisco Ladaria Ferrer ha deciso di usare. Come ha scritto sul proprio sito Pro Vita & Famiglia,

La Congregazione vaticana conferma l’incompatibilità tra l’identità di genere promossa dal Ddl Zan e la dottrina cattolica richiamando la «chiara riprovazione dell’ideologia gender» espressa da Papa Francesco in numerosi interventi e, in particolare, nel paragrafo 56 dell’Esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia, in cui si criticano gli «orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina», e si considera «inquietante che alcune ideologie di questo tipo (…) cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini».

Ddl Zan a rischio in Senato

Nella sua lettera, datata 1° ottobre, la Congregazione per la Dottrina della Fede cita espressamente l’Enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II su eutanasia e aborto, di fatto mettendo la legge in discussione su un piano analogo, e ricordando ai cattolici impegnati in politica che «la coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti», per cui «sarebbe un errore confondere la giusta autonomia che i cattolici in politica debbono assumere con la rivendicazione di un principio che prescinde dall’insegnamento morale e sociale della Chiesa».

Dopo averlo brandito per mesi come di vitale importanza, il ddl Zan era tornato in un cassetto durante tutta l’estate. Passati i bollori barricaderi della sinistra, il Pd aveva aperto ad alcune modifiche per fare passare la legge, oggi in Senato. Dopo una mattinata di discussione movimentata, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha dato il via libera il Aula al voto a scrutinio segreto sulla richiesta di stop all’esame degli articoli del ddl Zan voluta da Lega e Fratelli d’Italia. E l’Aula ha detto sì alla “tagliola” votando per lo stop all’esame degli articoli e degli emendamenti del dd Zan con 154 a favore, 131 contro e due astenuti. L’iter della legge a questo punto è bloccato.

Exit mobile version