Cina, partito comunista: «Non vogliamo distruggere le chiese ma i cristiani sono cresciuti in modo eccessivo»

Il partito ha ordinato la distruzione di 12 chiese a Zhejiang, oltre alla rimozione delle croci dagli edifici perché «troppo vistose»

Il partito comunista cinese ha negato di aver messo in atto una “campagna di demolizione” contro le chiese della provincia di Zhejiang. I membri locali del partito hanno ordinato la demolizione di almeno 12 chiese, oltre alla rimozione delle croci dalla sommità degli edifici per renderli «meno vistosi».

GERUSALEMME D’ORIENTE. La scorsa settimana migliaia di cristiani cinesi hanno circondato la chiesa di Sanjiang di Wenzhou, ricca città portuale considerata la “Gerusalemme d’Oriente”, dopo che le autorità ne avevano richiesto la demolizione perché “costruita male” violando le regole, accuse rispedite al mittente dal pastore della comunità.

TROPPI CRISTIANI. Nonostante il partito abbia negato di voler attaccare i cristiani, in un recente discorso riportato dal Telegraph Feng Zhili, responsabile locale del partito per gli affari religiosi, ha dichiarato che «la cresciuta del cristianesimo è stata eccessiva e confusionaria». Che tradotto significa: ci sono troppi cristiani e non tutti si sono sottomessi alle strutture comuniste per praticare il loro culto.

TRE AUTONOMIE. Per essere riconosciuta, una congregazione deve appartenere al Movimento delle Tre autonomie, organismo voluto da Mao Zedong che riunisce le chiese protestanti ufficiali assicurando una moderata libertà di culto. Ultimamente però anche i protestanti ufficiali vengono perseguitati, come il caso della chiesa di Zhejiang dimostra, perché i cristiani crescono e quelli sotterranei superano di gran lunga in numero quelli ufficiali controllati da Pechino.

Exit mobile version