La Cina ora emette più Co2 di tutti i paesi Ocse messi insieme

Lo ha rivelato uno studio del Rhodium Group. Nei 12 mesi post-lockdown le emissioni sono aumentate del 7 per cento, «la crescita più alta dal 2012 a questa parte»

Le emissioni di Co2 della Cina sono aumentate ancora: nel primo trimestre 2021, rispetto ai livelli pre-pandemia, sono cresciute del 9 per cento soprattutto a causa dell’aumento del consumo di carbone. È quanto rivela uno studio del think tank Rhodium Group, ripreso dal South China Morning Post.

«Crescita più alta dal 2012»

Lauri Myllyvirta, analista di punta del Centre for Research on Energy and Clean Air di Helsinki, sostiene che nei 12 mesi da quando Pechino ha iniziato ad allentare il lockdown per il Covid-19, le emissioni di Co2 sono aumentate del 7 per cento rispetto ai livelli pre-pandemia, «la crescita più alta dal 2012 a questa parte».

Il mondo intero continua ad applaudire il presidente Xi Jinping, l’ultima volta è stata ad aprile al summit organizzato su Zoom dall’omologo americano Joe Biden, perché ha promesso di raggiungere il picco delle emissioni di Co2 nel 2030 e la neutralità carbonica nel 2060.

Cina emette più Co2 dell’Ocse intero

Intanto, però, le emissioni di Co2 continuano a crescere senza sosta e l’ultimo dato è stato causato per il 70 per cento da un aumento nel consumo di carbone. Nei primi tre mesi del 2021, il consumo di carbone rispetto al primo trimestre del 2020 è cresciuto del 16 per cento. Pechino ha promesso che inizierà a tagliare il consumo di carbone tra quattro anni. Ma è sempre più difficile crederci.

Secondo lo studio del Rhodium Group, infatti, per la prima volta la Cina è arrivata a emettere più Co2 di tutti gli altri paesi dell’Ocse messi assieme. Secondo Myllyvirta, per la prima volta anche le emissioni pro capite cinesi hanno superato la media di quelle degli altri paesi Ocse uniti.

Oltre 100 nuove centrali a carbone

In Cina, secondo i dati del Global Energy Monitor, sono attive 1.082 centrali a carbone. Per mantenere gli impegni presi, Pechino dovrebbe chiuderne nei prossimi dieci anni 588. Invece, 92 nuove centrali sono in costruzione e altre 135 sono in fase di progettazione. Ogni nuova centrale difficilmente verrà spenta «prima di 40 anni» per non generare perdite. Se nel 2020 il mondo ha spento centrali a carbone per un totale di 37,8 gigawatts in meno, la Cina ne ha costruite per un totale di 38,4 gigawatt in più, vanificando quindi gli sforzi del mondo intero. Ancora, se nel 2019 la Cina aveva commissionato il 64% di tutte le nuove centrali a carbone del mondo, nel 2020 il dato è aumentato al 76%. Nel computo, non sono considerate quelle costruite all’estero.

Xie Chunping, membro del Grantham Research Institute on Climate Change, ha affermato che se la Cina vuole mantenere le sue promesse deve ridurre le sue emissioni del 66% entro il 2030. Come riuscirà a farlo in soli nove anni, quando ancora oggi le sue emissioni aumentano anno dopo anno, è un mistero. Nonostante i dati peggiorino anno dopo anno, la Cina continua a godere di ampio credito negli ambienti internazionali. E chiunque chieda al Dragone di accelerare la transizione ecologica, ottiene la stessa risposta: siamo ancora un paese in via di sviluppo e, di conseguenza, non abbiamo obblighi immediati. E c’è ancora chi se la beve.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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