L’appello che gli italiani dovrebbero rivolgere a Mattarella

Credete che dietro i teatrini giallo-rossi su eurobond, Mes e Lombardia non ci sia il nostro collo? A un certo punto qualcuno dovrà pur comandare, e allora comandino loro, i "Migliori"

Cronache dalla quarantena / 36

Caro lettore, ormai c’è poco da scherzare. Da ieri è ufficialmente rediviva l’agenzia Stefani. I fascisti irreggimentavano l’informazione? Dilettanti al confronto del sistema giallo-rosso. Almeno quello visto alla prova ieri. Che ha strombazzato ai quattro venti la deliberata falsificazione di una notizia riguardante il voto dell’opposizione in sede Europea.

Dunque, secondo la nuova Stefani, tanto per aggiungere sfiga alla sfiga del venerdì 17 di pandemia, minaccia di asteroide e di “parola” di Conte, Lega e Forza Italia avrebbero votato in Europa contro quegli eurobond che in Italia dicono di volere in alternativa al “cappio” del Mes. Diciamola con l’ironia dell’eurodeputato Fi Massimiliano Salini, visto che la falsa notizia è stata spacciata col giochino linguistico del “coronabond”, onde far passare la fuffa che eurobond e “coronabond” sono la stessa cosa:

«Al Parlamento Ue c’è gente che legge “l’emendamento-supercazzola” dei Verdi, inutile e propagandistico, ma non legge la risoluzione che abbiamo votato, e che chiede esattamente ciò che vogliono tutti: emissioni di debito comune garantite dal bilancio Ue. La differenza è tra chi si diverte a fare emendamenti “fighetti” e chi invece vuole mettere l’Eurogruppo con le spalle al muro. Se uno ha voglia di leggere il testo della risoluzione, bene; altrimenti fa solo il furbo. Il resto è spazzatura».

Ma non tutto il male viene per nuocere. Il lettore avrà cura di annotare e di ricordare, perché nel suo piccolo la Stefani di ieri potrebbe indicare il futuro. Per adesso, ci offre finalmente l’opportunità di suggerire il “che fare” di questo paese in circostanze dove il trentennio del ritorno dell’uguale adesso non può più scherzare. Ma deve assumere responsabilità adeguate alla catena di comando a cui l’Italia sarà sottoposta nei giorni e mesi a venire.

O credete che scherzasse, giovedì scorso, la Von der Leyen, quando ha annunciato solennemente che «bisogna chiedere scusa all’Italia»? Certo che no. Ma se quei poveretti al governo han dovuto far finta di bisticciare sul Mes la mattina di giovedì («Di Maio irremovibile», «Franceschini attacca Conte», «Conte media») e il pomeriggio fare la pace come all’oratorio: credete che dietro questo teatrino non ci sia il collo degli italiani, già attaccato al palo dell’Europa germanizzata via accordi col Pd Gentiloni-Sassoli-Gualtieri, e Conte “notaio” (altrimenti aria, raus!) con gli Elevati a far da panorama (tanto quelli basta che non gli togli la cadrega)?

Penso che il comune interesse, gli uni di reggere il potere, gli altri di far fuori gli odiati “sovranisti”, basti e avanzi all’illusione di rinchiudere l’Italia in un bello steccato definito da Bruxelles. Solo che non funziona così. Il presidente Mattarella l’avrà capito. Qui c’è rischio di disordini dopo che la gente avrà afferrato che di redditi di cittadinanza non ce n’è più. E che non c’è proprio più niente da grattare nel barile di mamma Stato.

E perciò, preoccupato anche Silvio Berlusconi, dice: «Attacchiamoci al Mes». Infatti, neanche dei miserabili 600 euro per le partite Iva ad oggi s’è vista l’ombra. Ma così non va bene. Così rischiamo i moti. L’assalto ai forni. La guerra Nord-Sud. Un’altra breccia di Porta Pia. E poi con tutte queste inchieste giudiziarie nella città dove la gente deve guardarsi dalla Guardia di finanza anche per morire.

Beh, «massima collaborazione» fino a un certo punto presidente di Regione Lombardia. Perché a un certo punto bisogna che qualcuno inizi a comandare davvero qui in Italia. Non solo loro. Le procure. Che poi succede come da trent’anni a questa parte. Guai per tutti, affari per pochissimi oligarchi.

Ecco perciò l’appello che gli italiani dovrebbero rivolgere al presidente della Repubblica, garante dell’unità e dell’integrità italiane. Ebbene sì, presidente, viene l’ora del Governo dei Migliori. Sì, quello. Proprio quello sognato dal compianto Francesco Saverio Borrelli. Procuratore capo a Milano nella mitica stagione di Mani pulite. Stiamo dicendo seriamente. Dopo trent’anni di comando, chi comanda sul serio non può sottrarsi agli oneri che comporta il comandare. Dopo trent’anni di onori. Di totale supplenza della politica. E infine anche di totale irresponsabilità per le conseguenze del proprio comandare davanti al popolo italiano.

Insomma, viene il momento che i Davigo scendano dalla televisione e salgano a governare. Con i Travaglio. Presidente Mattarella, adesso basta con questo giochino del chi voto voto, dopo di che, loro comandano. Fanno carriera. E incassano. Alla nostra faccia. Con il popolo sempre col culo per terra. A ripartire daccapo, sempre daccapo. L’altro ieri con Berlusconi. Ieri con Grillo. E adesso con l’eterno Pci/Pds/ Pd faccendieri di Macron e della Merkel.

Non va più bene così, caro presidente. La corda è finita. L’hanno tirata per trent’anni, ci siamo invecchiati, hanno fatto piazza pulita del nostro Belpaese. Adesso non ce n’è proprio più. Finisce a mazzate. Alla rivolta del pane. O a chissà che altro. Perciò adesso tocca a lei, caro presidente, dare finalmente seguito al governo auspicato dal grande Borrelli. Procuratore il Grande per antonomasia. Dacché sistemò la Prima Repubblica. Sulle ceneri della quale, però, non è poi nato più nulla di buono. Almeno a sentire lo stesso Grande Procuratore. Che quasi si scusò, nell’ anno 2011, «per il disastro seguito a Mani pulite: non valeva la pena buttare all’aria il mondo precedente per cascare in quello attuale».

Perdonate la divagazione. Adesso non c’è più tempo. A domani per il dettaglio del Governo dei Migliori.

Foto Ansa

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