Al processo Ruby ter momenti degni dello studio di Lilli Gruber

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Su Strisciarossa Rinaldo Gianola scrive: «La situazione sta precipitando e la svolta di politica monetaria degli Stati Uniti determinerà un peggioramento sulle condizioni di vita di molte popolazioni. Alcuni recenti rapporti del Fondo monetario internazionale e delle Nazioni Unite hanno messo in guardia sul deterioramento dell’economia. Ci sono circa 250 milioni di persone nel mondo a rischio di povertà estrema e alcuni paesi devono fronteggiare drammatiche crisi sociali e politiche. Se il mondo occidentale è in allarme per la sicurezza delle forniture energetiche, per i rincari del greggio e del gas, per la necessità strategica di rendersi indipendente da Mosca, altre nazioni, come Egitto e Tunisia, Sri Lanka e Pakistan, subiscono l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse che porta le economie più fragili sull’orlo del fallimento. Sarà il prossimo capitolo della guerra».

La guerra ha aggravato le contraddizioni presenti già prima nel pur positivo processo di globalizzazione, che ora rischiano di esplodere. Una svolta che porti al cessate il fuoco è la premessa necessaria, poi bisognerà provvedere anche a problemi antichi di squilibrio che la politica monetaria tende ad accentuare se non viene calibrata.

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Su Huffington Post Italia si scrive: «È guerra per l’oro giallo, al pari di quella che infuria nelle città e sui territori ucraini, e rischia di innescare una crisi globale della fame. La minaccia è tornata più volte nelle affermazioni dei ministri al G7 Agricoltura a Stoccarda. Una guerra, quella del grano, “scatenata dalla Russia, con il blocco delle consegne, l’aumento dei prezzi e il rischio di carestia”, ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, che ha lanciato una dura accusa a Mosca: aver posto in essere una “strategia intenzionale” per creare “basi per nuove crisi così che la cooperazione internazionale possa essere ridotta”. Ci sono in effetti 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos dell’Ucraina e “il mondo ha bisogno di questo grano”. Tanto più che oggi anche l’India ha bloccato le esportazioni di grano, a causa dell’aumento dell’inflazione annuale, salita all’8,38 per cento, con i prezzi al dettaglio che, nel mese di aprile, hanno toccato il massimo storico da otto anni».

Dopo aver scatenato un’escalation quasi senza limiti con sanzioni e armamenti, ora ci si lamenta perché Mosca ostacola il commercio di grano ucraino.

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Su Affaritaliani si scrive: «Il governo tedesco, infatti, ha annunciato che voterà contro il regolamento Ue che classifica nucleare e gas come attività sostenibili, utili alla transizione energetica. Una mossa molto esplicita, visto che si trattava di un giro di consultazioni preliminari condotto dalla presidenza francese dell’Ue. Ma la coalizione semaforo ci ha tenuto a farlo sapere a tutti. “Il governo federale si è opposto alle regole di tassonomia sul nucleare”, ha dichiarato un portavoce del ministero dell’Ambiente del governo federale. “Questo no è un segnale politico importante che chiarisce che l’energia nucleare non è sostenibile e quindi non dovrebbe far parte della tassonomia”».

Si tratta di una rottura della tradizionale convergenza franco-tedesca, considerata l’asse fondamentale dell’Unione. Le ragioni stanno anche nella inedita debolezza della coalizione al governo a Berlino.

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Su Huffington Post Italia Giulia Belardelli scrive: «Mentre continua a infuriare le guerra in Ucraina e i rapporti tra Stati Uniti e Russia diventano sempre più tesi, da est arriva la notizia di un accordo tra Cina e Iran per rafforzare la loro cooperazione militare, una mossa apertamente presentata come una reazione “all’unilateralismo americano”. A concordare il rafforzamento delle relazioni sono stati il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro della Difesa cinese Wei Fenghe, durante una visita di quest’ultimo a Teheran».

Senza veri equilibri internazionali garantiti da trattati e rispettosi dei problemi di sicurezza di tutti, il crescente disordine globale alimenterà una pericolosissima proliferazione di armamenti nucleari, che diventerà terrificante se, disgregandosi la Russia, magari si creeranno repubblichette, ognuna dotata di un po’ delle seimila testate nucleari di cui dispone oggi Mosca.

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Su Huffington Post Italia Carlo Renda scrive: «Serviva un presidente subito, per non perdere gli aiuti economici internazionali, per conservare il programma del Fondo monetario internazionale da 400 milioni di dollari senza i quali il paese sprofonderebbe ancora di più. In Somalia non ci sono le condizioni minime per tenere una consultazione popolare e allora a decidere è il Parlamento. Le elezioni erano attese a febbraio 2021, ma sono state rinviate più di una volta per i dissidi politici interni».

Ora che il Parlamento somalo, visto che non si era in grado di svolgere una consultazione elettorale, ha scelto il nuovo presidente, che aveva già ricoperto la carica dal 2012 al 2017, e l’uscente ha riconosciuto il risultato, l’impasse istituzionale pare superata, ma quella determinata dalla crescente influenza del terrorismo islamista resta: il Corno d’Africa è un altro esempio delle crisi sulle quali gli americani intervengono senza poi riuscire a trovare una soluzione e lasciandosi dietro una condizione di disgregazione sistemica.

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Su Fanpage Annalisa Girardi scrive: «“Non diremo di sì alla loro adesione alla Nato, senza offesa”, ha detto Erdogan in conferenza stampa nella capitale turca. Secondo quanto riportano i media turchi, ha inoltre sottolineato come “da entrambi i paesi non ci sia un atteggiamento chiaro nei confronti di alcune organizzazioni terroristiche”».

Il ruolo della Turchia nella Nato è fondamentale sia per la questione ora cruciale del Mar Nero sia per qualche tentativo di evitare nuove esplosioni nel Medio Oriente, però il governo di Ankara non è certo un modello di “democrazia occidentale”, in realtà non lo è mai stato, se non comandano i militari comandano gli imam, ma le sue richieste non possono essere trascurate proprio a causa del suo ruolo geopolitico che la guerra ha accentuato e che si esprime anche in un tentativo interessante di tenere aperto un canale indiretto di trattative tra Russia e Ucraina.

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Su Startmag Francesco Damato: «Proprio in questo giorno, per le divisioni rivelatesi superiori nell’altro schieramento, il cosiddetto centrosinistra o “campo largo”, come preferisce chiamarlo il segretario del Pd Enrico Letta, il centrodestra è riuscito a portare alla presidenza della nuova commissione Esteri del Senato la vicepresidente della precedente edizione: Stefania Craxi. Che ha avuto a scrutinio segreto 12 voti contro i 9 del candidato dei 5 stelle, ed ex capogruppo di Palazzo Madama, Ettore Licheri».

La base politica del governo Draghi si è esaurita, l’argomento che l’Italia non potrebbe andare a votare perché c’è la guerra in Ucraina, è inconsistente. Parigi ha votato tranquillamente per il suo presidente. In realtà proprio perché la situazione è difficile, ci vorrebbe un governo con un solido mandato elettorale da parte dei cittadini.

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Sul Sussidiario Antonio Pilati dice: «È evidente che gli interessi americani e quelli europei son profondamente diversi. Washington ha trovato il modo di contrastare la Russia usando gli ucraini. L’Europa si è coinvolta nel progetto americano, dotato di una straordinaria forza comunicativa e mediatica, ma lo fa danneggiando profondamente se stessa e le sue economie. In più – ed è un punto cruciale – questa differenza di interessi non emerge».

La politica è innanzi tutto politica estera, chi pensa di cavarsela con retorica e burocrazia è subalterno di chi ha forti basi di legittimità per gestire la propria politica estera.

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Su Dagospia si riportano dall’Ansa frasi dalla requisitoria del procuratore aggiunto milanese, Tiziana Siciliano, tra le quali si dice anche: «Silvio Berlusconi era un uomo “che poteva avere il mondo ai suoi piedi, che si accompagnava con amicizie come quella con Putin, colui che ora sta mettendo in ginocchio il mondo”».

Ma che cosa ha fatto di male l’Italia per avere dei magistrati che nelle loro requisitorie dicono frasi adatte a una trasmissione con Lilli Gruber, ma non a un tribunale?

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