Un pacco di pasta Barilla a chi ci spiega cosa ha scritto Scalfari: «Dio è il caos»

Il Correttore di bozze ha una malsana predilezione per Eugenio Scalfari. Appena quello fiata, lui legge. Ad esempio, oggi nella sua rubrica “Il vetro soffiato” sull’Espresso, il nostro ha ragionato su Dio e la coscienza (mica pizza e fichi).
Orbene, il Correttore di bozze, che è un ignorante che ha fatto le scuole serali a Vergo Zoccorino (MB), deve confessare la propria pusillanimità di fronte a cotanto ingegno. Così, ha pensato di indire un piccolo concorso fra i lettori per farsi aiutare a interpretare cosa mizzega ha voluto scrivere l’Eugenio. Di suo, il Correttore la pensa un po’ come Chesterton quando scriveva che chi non crede in Dio, non è che non crede a nulla: crede proprio a tutto. Pure all’energia cosmica che si fa caos e poi materia, sbiriguda, antanai e… vabbè non vi vogliamo rovinare la sorpresa.
Qui di seguito il Correttore riporta un brano dell’articolo. A chi riesce a spiegarglielo, sarà regalato un pacco di pasta Barilla (la preferita tra noi correttori omofobi).

@Correttoredibox

«Io penso che l’essere altro non sia che il caos il quale tutto contiene: materia energetica, campi elettromagnetici, il tutto privo di leggi e di forma, al di fuori di tempo e di spazio.
Si può dire che il caos è Dio? Certo, si può dire, ma dà alle nostre menti un’idea di Dio forse mai pensata. Se le parole hanno un senso e se la parola di Dio ha finora significato una forza ordinatrice, intelligente e creativa di specifiche forme e di specifiche leggi, questo non può essere definito con il caos.
Io credo nel caos, non solo originario ma permanente e in perenne divenire. Se il “Big Bang” ipotizzato dalla scienza si è in realtà verificato, esso deve dunque partire dal caos. L’energia che esso contiene ad un certo punto esplode e il caos dopo quell’esplosione genera forme. Passano alcuni milioni di “nano-secondi” e il caos si riversa interamente nelle forme, ogni forma ha le sue leggi ma il caos resta dentro ciascuna di loro. L’essere sta (Parmenide) e al tempo stesso diviene (Eraclito).
Tutto ciò si può esprimere con una formula matematica? Einstein l’ha fatto. Si può esprimere con la fisica-chimica delle particelle elementari? La teoria dei “quanti” l’ha fatto.
Le forme, quando muoiono perché tutto ciò che ha un principio avrà sempre una fine, restituiscono la loro energia all’intero creato.
Si può chiamare Dio energia? Certo si può con l’avvertenza che l’energia è immanente sta dentro tutte le forme e anima la vita e il caos che sta dentro di loro. “Deus sive natura” diceva Spinoza. Appunto».
Eugenio Scalfari, “I non credenti e la loro coscienza”, L’Espresso

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