«CARTELLI CON IL PREZZO». Nel filmato i terroristi trattano le donne yazide, da comprare e vendere come se fossero schiave. Le scene filmate nel video combaciano perfettamente con il racconto fatto alla Cnn da una ragazza yazida, venduta «come merce o bestiame» e poi riuscita a scappare: «Ci hanno esposte a Mosul e Raqqa nei mercati con dei cartelli che indicavano il nostro prezzo». Il portale IraqiNews ha anche pubblicato il 3 novembre un documento dello Stato islamico che sembra confermare il mercato delle schiave, nonostante non sia possibile confermare la sua autenticità.
SCHIAVITÙ GIUSTIFICATA. Del resto, gli stessi terroristi nella loro rivista Dabiq hanno esultato per il «ritorno alla schiavitù», giustificandolo così alla luce del Corano: «Le loro donne [yazide] possono essere schiavizzate» perché eretiche. «Bisogna ricordare che rendere schiave le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne come concubine è un aspetto stabilito in modo chiaro dalla sharia. E se qualcuno la negasse o la prendesse in giro, negherebbe e prenderebbe in giro i versi del Corano e le narrazioni del Profeta, e di conseguenza diventerebbe un apostata».
YAZIDI LIBERATI. Nessuno sa quante donne siano ancora nelle mani dei terroristi. Il governo regionale curdo ha dichiarato però lunedì di aver liberato 234 yazidi, pagando agli intermediari per l’operazione un milione e mezzo di dollari. Questi sarebbero andati solo in minima parte per i riscatti, «la maggior parte per permettere la loro fuga dal territorio dello Stato islamico».
CINQUEMILA UCCISI. Dopo essere fuggiti da Sinjar, molti yazidi si sono rifugiati in Kurdistan, altri in Turchia, altri ancora in Siria, mentre alcuni vivono ancora sui monti vicini alla città. Questi ultimi sarebbero almeno seimila e rischiano di morire di fame e di sete. Secondo il presidente del Consiglio spirituale degli yazidi, Tahsin Ali Saeed, cinquemila yazidi sono stati uccisi dall’Isil ad agosto e settemila persone, tra cui donne e bambini, sono state rapite.