«Sono l’ultimo ebreo del Pakistan. Anche i miei fratelli mi hanno ripudiato»

Da quando Fishel Benkhald, 31 anni, ha deciso di farsi registrare dallo Stato come ebreo, ha cominciato ad essere perseguitato. Ora invoca il diritto di andare in pellegrinaggio in Israele

Il suo nome è Fishel Benkhald e si definisce «l’ultimo ebreo del Pakistan». In una lettera scritta per il quotidiano di Lahore, Daily Times, lamenta la discriminazione subita dai fedeli della religione ebraica nella Repubblica islamica ed esprime il suo desiderio di fare un pellegrinaggio in Israele.
«VOGLIO ANDARE IN ISRAELE». L’uomo di 31 anni, nato da padre musulmano e madre ebrea, dice di vivere in una «situazione paradossale»: «Sono un ebreo osservante e vorrei essere libero di osservare i miei doveri religiosi, un diritto che viene garantito a me e alle altre minoranze dalla Costituzione». Purtroppo, «la realtà è che il mio passaporto pakistano  è “valido per tutti i paesi del mondo, tranne Israele”. Io invoco solo il mio diritto costituzionale di fare un pellegrinaggio senza rischiare di essere perseguito dallo Stato del Pakistan».
DA FAISAL A FISHEL. Come molti altri Paesi musulmani, il Pakistan in solidarietà verso i palestinesi non ha mai instaurato veri e propri rapporti diplomatici con Israele. Un problema anche per la popolazione cattolica: «Ci piacerebbe recarci in pellegrinaggio in Terra Santa», afferma un cristiano a UcaNews, «ma non possiamo a causa della situazione politica. In Pakistan, molte persone odiano gli ebrei e Israele».
Secondo le statistiche ufficiali in Pakistan vivono circa 2.500 ebrei, rimasti nel Paese dopo l’indipendenza conquistata dall’India. Ma secondo Benkhald si possono contare sulle dita di una mano. Lo stesso 31enne è stato criticato dai suoi quattro fratelli perché, dopo essere stato registrato come musulmano dal momento che suo padre era di fede islamica, come prevede la legge, tre anni fa ha ingaggiato una battaglia legale con lo Stato per essere registrato come ebreo. Ha anche cambiato il suo nome: da Faisal a Fishel.
RIPUDIATO DAI FRATELLI. «Dopo che mi sono fatto registrare come ebreo la gente ha cambiato atteggiamento nei miei confronti», continua Benkhald nella lettera. «Persino i miei quattro fratelli mi hanno ripudiato dichiarandomi un apostata. Quando il mio padrone di casa ha saputo che ero ebreo, mi ha cacciato nonostante vivessi nel suo appartamento da mesi». Benkhald ha iniziato anche una solitaria campagna in difesa dei diritti umani delle minoranze, entrando in conflitto con il governo di Karachi perché non venisse demolito un vecchio cimitero ebraico, finendo anche per essere attaccato fisicamente da un gruppo di musulmani nel 2015. «Perché dovrei nascondermi? Ho il diritto di scegliere la mia religione e ho intenzione di continuare a parlare pubblicamente».

@LeoneGrotti


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