Rimsha non è blasfema, il tribunale la dichiara innocente. Sentenza storica per il Pakistan

Come affermato da Paul Bhatti «tanti leader religiosi hanno capito che la legge non serve a proteggere il Corano, anzi disonora i suoi stessi insegnamenti». La ragazzina cristiana accusata di avere bruciato pagine del Corano ad agosto è innocente.

È finito l’incubo di Rimsha Masih. La ragazzina cristiana, con un leggero ritardo e analfabeta, era stata accusata di blasfemia e arrestata lo scorso agosto per avere bruciato alcune pagine del Corano. Ora le accuse sono cadute, perché infondate e basate su prove manipolate dall’imam Khalid Jadoon Chishti, il suo accusatore.

CASO UNICO NELLA STORIA DEL PAKISTAN. Il caso di Rimsha è unico nella storia del Pakistan perché per la prima volta un accusato di blasfemia viene prima rilasciato su cauzione, poi assolto, infine viene riconosciuto che il suo accusatore ha manipolato la legge sulla blasfemia per farla condannare. Non solo, per la prima volta membri importanti della comunità islamica pakistana hanno difeso un cristiano accusato di blasfemia e aperto alla modifica della legge. Come dichiarato a tempi.it da Paul Bhatti, consigliere del primo ministro per l’Armonia nazionale: «Tanti leader religiosi hanno capito che la legge non serve a proteggere il Corano, anzi disonora i suoi stessi insegnamenti. Per questo sono stati uniti nel condannare i colpevoli della manipolazione, soprattutto perché è andata di mezzo una bambina, minorenne, disabile e questo ha sensibilizzato tanta gente. Molti musulmani hanno capito che queste ingiustizie non dovrebbero mai accadere e ora ci penseranno due volte prima di credere alle accuse di blasfemia. Io sono speranzoso in un cambiamento, ho incontrato tante persone, adesso faremo dei seminari sulla legge».

LEGGE NERA. La legge sulla blasfemia può portare anche alla condanna a morte dell’accusato ed è stata introdotta nel 1986 in Pakistan dal dittatore Zia ul-Haq. Da allora moltissimi cristiani, ma anche musulmani, sono stati accusati di blasfemia. Nella stragrande maggioranza dei casi le accuse sono strumentali, lanciate per scopi economici o di vendette personali. Per avere difeso Asia Bibi contro chi la accusava di blasfemia, l’anno scorso sono stati assassinati il governatore islamico del Punjab, dove avvengono la maggioranza dei casi, Salman Taseer e il ministro cattolico per le Minoranze Shahbaz Bhatti.

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