Il grande rabbino di Francia contro la «tragica lacerazione antropologica» dell’eutanasia

Haïm Korsia boccia l'apertura di Macron all'«aiuto attivo a morire» e chiede di privilegiare le cure palliative: «Il fatto che l’unica risposta che una società può dare alla sofferenza è la morte, è una tragedia»

Il gran rabbino di Francia, Haim Korsia, con il presidente francese Emmanuel Macron, in una foto dello scorso gennaio (foto Ansa)

Parigi. «Una tragica lacerazione antropologica». Con queste parole, il grande rabbino di Francia Haïm Korsia si è espresso sul quotidiano La Croix in merito all’apertura alla legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito da parte del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. “Comprendo la sofferenza delle persone dinanzi a delle situazioni inaccettabili. Mi è già capitato di accompagnarla. Ma questa lacerazione, ossia il fatto che l’unica risposta che una società può dare è la morte, è tragica”, ha dichiarato a La Croix Haïm Korsia.

Il rabbino contro Macron su eutanasia e suicidio assistito

L’intervento a gamba tesa del grande rabbino di Francia sul tema della legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito arriva non solo in risposta al comunicato dell’Eliseo, attraverso il quale il capo dello Stato francese ha annunciato il lancio di una grande consultazione rivolta ai cittadini, agli operatori sanitari e agli esperti in materia di bioetica per cambiare l’attuale quadro legale, ma anche all’indomani del parere del Comitato consultivo nazionale d’etica (Ccne), che ha aperto per la prima volta alla possibilità di un “aiuto attivo a morire”. E pensare che soltanto quattro anni fa, lo stesso Comitato consultivo si era detto fermamente contrario a «modificare la legge esistente sul fine vita», ossia la Claeys-Leonetti del 2016, che autorizza “la sedazione profonda e continua fino alla morte” ma vieta l’eutanasia e il suicidio assistito.

L’inquilino dell’Eliseo, invece, si è sempre detto favorevole, a titolo personale, all’eutanasia. «Per quanto mi riguarda, voglio poter scegliere come finire la mia vita», disse Macron nel 2017 quando era ancora un semplice candidato alle presidenziali con i colori di En Marche!. A marzo, in piena campagna, durante una trasferta nella Charente-Maritime, ha ribadito il concetto, dicendosi d’accordo con un’evoluzione della Francia verso “il modello belga” sull’eutanasia e il suicidio assistito.

«Le leggi Leonetti (2005, contro l’accanimento terapeutico, ndr) e Claeys-Leonetti (2016, che apre al diritto a una sedazione profonda e continua fino alla morte, ndr) sono formidabili per umanità e equilibrio. Non c’è alcun bisogno di spingersi più lontano», ha affermato il grande rabbino di Francia, prima di aggiungere: «Spingersi più lontano significa spingersi troppo lontano. Non possiamo pensare, ogni volta che ci sono dei casi insostenibili, che è la mancanza di leggi a metterci in questa situazione. Perché non è affatto così: è la mancata applicazione di ciò che abbiamo deciso collettivamente».

Privilegiare le cure palliative

Haïm Korsia è il primo alto responsabile religioso ad esprimersi sul tema in Francia. La Conferenza episcopale francese (Cef) non ha ancora preso posizione in seguito all’annuncio del presidente Macron, ma sul suo sito internet respinge chiaramente il suicidio assistito e l’eutanasia, privilegiando invece le cure palliative: la stessa posizione del grande rabbino di Francia. «Esistono ancora dei dipartimenti sprovvisti di istituti che possono accompagnare le persone in fin di vita, che sono in situazioni difficili e pesanti», ha deplorato Haïm Korsia. «È impensabile che le cure che possono essere somministrate a queste persone non vengano ulteriormente rafforzate. Mi piacerebbe, tra l’altro, che si cambiasse nome: non sono delle cure palliative, come se non ci fosse più nulla da fare, sono cure di accompagnamento, cure di umanità», ha aggiunto.

L’alto responsabile religioso crede in una “società che sia lì per dire: ‘Ci sarà sempre qualcuno accanto a voi, non per farvi morire, ma per fare in modo che la vostra vita sia sempre rispettabile ai vostri occhi”. La maxi-consultazione voluta da Macron, e ribattezzata “convention citoyenne”, durerà sei mesi e consisterà in dibattiti anche a livello regionale, sul modello del grand débat all’epoca della crisi dei gilet gialli. Le conclusioni della “convention citoyenne” sono attese per marzo 2023. Poi, attraverso un voto in Parlamento o un referendum, Macron modificherà con tutta probabilità l’attuale legge Claeys-Leonetti, con l’obiettivo di allinearsi al Belgio in materia di eutanasia e suicidio assistito.

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