Perché a scuola non ci fanno studiare gli Atti degli apostoli?

Articolo tratto dal numero di giugno 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

Pochi giorni fa abbiamo celebrato la festa della Pentecoste che ricorda l’effusione dello Spirito Santo sulla Vergine e sugli apostoli dopo 50 giorni dalla risurrezione di Gesù. Il laico cristiano ha un modello di vita nel prezioso libro degli Atti degli Apostoli perché il rapporto con Dio di quei primi cristiani era di una consapevolezza esemplare.

Il rapporto con Dio dipende dalla Sua grazia e la Pentecoste conferma questo bisogno dell’uomo di ricevere l’aiuto di Dio. Basti pensare che gli apostoli stessi, che pur avevano assistito a cose straordinarie dopo la risurrezione di Gesù, trovano la forza di lanciarsi nella predicazione solo dopo la Pentecoste.

Ciò nonostante la fede presuppone da parte del cristiano un minimo di conoscenza della rivelazione divina. Se si pensasse oggi di fare un’inchiesta su quanti cristiani sanno che esiste un libro chiamato “Atti degli apostoli”, il risultato sarebbe prevedibile e sconcertante. Non si può amare ciò che non si conosce ed è evidente che occorre aumentare la formazione e l’informazione sui contenuti della fede cristiana.

In occasione di questa festa ho chiesto allo Spirito Santo questa grazia: di saper essere un diffusore del Vangelo, anzi, per essere precisi, del Nuovo Testamento che è formato dai quattro Vangeli, gli Atti degli apostoli, le Lettere apostoliche di san Paolo e di altri santi e l’Apocalisse. (È meglio precisare, tanto per capirsi).

È singolare che la nostra civiltà, che tutti concordemente definiscono originata congiuntamente dalla cultura greco-romana e da quella giudaico-cristiana, preveda nel sistema formativo una buona conoscenza dei classici greci e latini e non della Bibbia, cioè dell’Antico e Nuovo testamento. Se non sapessi che esistono l’Iliade e l’Odissea mi riterrei un ignorante mentre invece sto tranquillo se non ho mai letto i libri del Pentateuco o la Lettera a Filemone.

Che lo Spirito Santo mi illumini nel diffondere la Sua Parola.

@PippoCorigliano

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