Papa Francesco piace ai laicisti di casa nostra. Ha solo un difettuccio: è cattolico

Il Correttore di bozze è felice che la stampa italiana abbia apprezzato la sobrietà del nuovo romano pontefice, trovando particolarmente azzeccato il titolo che da due giorni campeggia nell’homepage del Fatto quotidiano: «Papa Francesco contro sfarzi e privilegi». Tuttavia sono anni che il Correttore di bozze lascia la mozzetta nell’armadio e si reca al lavoro in pullmino. E nessuno che parli non dico di rivoluzione, ma almeno di svolta nel mondo corrotto e opulento del giornalismo italiano. Parecchio risentito per questo, stamane il Correttore è uscito di casa e si è messo a pagare di tasca propria conti in alberghi in cui nemmeno era mai entrato. Ma sui giornali niente, nemmeno un minuscolo rigo. Perciò egli ha deciso di rendere la pariglia ai colleghi pubblicando un’altra serie (una lunghissima serie) di corbellerie scritte da loro su papa Francesco e sulla Chiesa. Così imparano a confessare la mondanità che confessano. Tiè. Cacca al diavolo.

@Correttoredibox

LA VERITÀ ERA GIÀ FRA VOI E VOI NON L’AVETE RICONOSCIUTA
In un articolo pubblicato da Repubblica il 12 febbraio scorso, all’indomani delle dimissioni di Benedetto XVI, e poi in un altro articolo di domenica scorsa, avevo già posto la questione del nome che il futuro papa avrebbe potuto scegliere secondo l’esito del Conclave e la figura dell’eletto.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

NEL CASO QUALCUNO VOLESSE FARMI I COMPLIMENTI
Avevo scritto: «Se la vittoria andrà ad un papa curiale e verticista il nome prescelto potrà essere quello di Pio XIII, ma se invece prevarrà un disegno di rinnovamento, potrà chiamarsi Giovanni XXIV o meglio ancora Francesco, un nome mai usato finora in duemila anni di storia della Chiesa».
Eugenio Scalfari, la Repubblica

POTREI STRACCIARLO QUANDO VOGLIO
Il gesuita Bergoglio non era un teologo e non lo è mai stato.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

O MAGARI SU FACEBOOK
(Bergoglio, ndr) era un “prete di strada” e lo è stato fino a pochi giorni fa, (…) si postava (sic, ndr) in tram o in treno.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

UNA VOLTA AVEVA ANCHE I CAPELLI
(Bergoglio, ndr) ha studiato e lavorato come un giovane qualsiasi.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

IL CONCILIO SCALFARIANO II
La pastoralità e l’evangelizzazione escono rafforzate da questa visione d’una Chiesa affidata ai vescovi e ai preti con cura d’anime e quindi apostolica, militante e missionaria. Anche il ruolo dei laici e dei diaconi ne esce rafforzato, con una serie di conseguenze a grappolo: il celibato dei preti, il ruolo delle donne nella Chiesa, l’ecumenismo verso le varie confessioni cristiane e le altre religioni monoteiste – l’ebraismo e l’Islam – i contatti con i non credenti.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

BADA A QUELLO CHE PENSI, PAPA
Infine, il problema dei “principi non negoziabili”. (…) Per il “prete di strada” che ha preso il nome del santo che parlava con i poveri, con i fiori, con gli uccelli, con i lupi e con «sorella morte corporale» non possono esistere principi non negoziabili se non quelli dell’amore del prossimo e della carità.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

GLI EUROPEI NON AVRANNO ALTRO DIO AL DI FUORI DI IO
L’Europa è ormai completamente secolarizzata, per la Chiesa può essere terra di missione e di evangelizzazione, ma con scarse probabilità di successo: chi si distacca da un credo monoteistico è molto difficile che vi rientri.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

ADESSO ANDATEVENE FUORI DALLE PALLE…
Non a caso il cattolicesimo prospera in Sud America e nelle comunità africane. Terre di poveri e di esclusi. Questa è la missione.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

… O AL MASSIMO IN SAGRESTIA
L’importanza delle Conferenze episcopali sarà sempre più connessa alla spiritualità e alla pastoralità e molto meno alla temporalità.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

LE MANI AVANTI
E poiché la Cei è la sola il cui presidente viene nominato dal Papa anziché dai vescovi, è assai probabile che dall’imminente nomina esca un nome che interpreti questi elementi di novità.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

DOPODICHÉ, PASSO ALLA BENEDIZIONE
Ho cercato di indicare quelli che a me sembrano i contenuti più probabili del nuovo pontificato, che interessano i credenti, i fedeli di altre confessioni e religioni e i non credenti che dell’amore del prossimo e delle anime pellegrine fanno gran conto.
Eugenio Scalfari, la Repubblica

ASCOLTA FIGLIUOLO, È LA SCIENZA CHE TI PARLA
In vista di un rinnovamento della Chiesa incarnato da un nuovo Papa, l’invito della scienza è quello di mostrare una maggiore tolleranza anche nei confronti dell’etica laica.
Umberto Veronesi, il Messaggero

LASCIATEVI AUTODETERMINARE DA NOI
Sui temi di fine vita auspichiamo l’abbandono dell’intransigenza e l’accettazione, in tutto o in parte, del diritto all’autodeterminazione.
Umberto Veronesi, il Messaggero

CONVERTITEVI E CREDETE ALL’EUTANASIA
Il mondo della scienza è aperto all’incontro e sarebbe felice che il mondo della fede si aprisse al pensiero scientifico in nome del bene comune.
Umberto Veronesi, il Messaggero

IO NON SCRIVEREI MAI QUELLO CHE STO SCRIVENDO
“I ciellini si sono tenuti la Lombardia ma hanno perso il resto del mondo”, dice ghignando il mio perfido amico P, entusiasta dell’elezione di Bergoglio perché coincide con la sconfitta del cardinale Scola. I commenti di noi miscredenti sulle cose di Chiesa sono spesso divaganti, raramente congrui.
Michele Serra, la Repubblica

OTTIMO INCIPIT
Un ateo quale io sono non è la persona più indicata per esprimere auspici su quanto potrebbe/dovrebbe fare il nuovo Papa.
Paolo Flores d’Arcais inizia così il suo articolo sul Fatto quotidiano

LA COSA SI FA AVVINCENTE
Il “bene della Chiesa” non rientra tra le mie preoccupazioni, fingerlo sarebbe pura ipocrisia.
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

QUANDO SI DICE UNA MENTE APERTA
Dunque, anche rispetto a quanto potrebbe fare Papa Francesco, io posso solo ragionare a partire dai valori che sono la mia bussola, Giustizia e Libertà.
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

POVERO PAOLINO
Sotto il profilo delle libertà dal nuovo Papa non mi aspetto nulla.
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

UN PO’ COME FANNO CERTI GIORNALI
Francesco continuerà a confondere peccato e reato.
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

QUEL DOLCE RINTOCCARE DI MANETTE
Diverso, invece, il discorso in tema di giustizia. Molto diverso, probabilmente.
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

INFORMARSI PRIMA DI SCRIVERE, NO?
Come la metterà però con i potentissimi e opulentissimi “Cavalieri di Colombo” assai cari a molti cardinali statunitensi che figurano tra i suoi grandi elettori? E con le altre mondanissime organizzazioni cui andavano i favori di Wojtyla e Ratzinger, che ne hanno canonizzato i fondatori, l’Opus Dei e Comunione e Liberazione?
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

DAJE PAPA, FAJELA PAGÀ
Un Papa gesuita è nelle migliori condizioni per ridimensionare queste vere e proprie “Chiese nella Chiesa”, ma avrà il coraggio delle rotture necessarie?
Paolo Flores d’Arcais, il Fatto quotidiano

SE NON ALLORA, QUANDO?
Il progetto di Francesco all’inizio era aperto anche alle sorores minores, un nome che non a caso la Chiesa volle poi cancellare. Francesco aveva pensato a un gruppo di uomini e donne che vivesse in modo paritario la fraternità evangelica, senza poteri, fattisi poveri.
Chiara Frugoni spiega a modo suo il rapporto tra san Francesco e santa Chiara di Assisi, la Repubblica

PREMIO CHISSENEFREGA
Sono stato da san Francesco che, bizzarro com’è, mi ha subito messo il diavolo addosso. E difatti la cripta più visitata d’Italia, con quella tomba in pietra e quel morto così vivificante, mi è subito sembrata un tempio protestante.
Francesco Merlo inizia così il suo “reportage” da Assisi, la Repubblica

OSSERVAZIONI DI UN CERTO LIVELLO/1
L’immenso refettorio di cento metri per dieci, con i duecento posti già apparecchiati, mi ha richiamato alla mente il college di Harry Potter.
Francesco Merlo inviato ad Assisi, la Repubblica

OSSERVAZIONI DI UN CERTO LIVELLO/2
(I francescani, ndr) erano cioè camminatori, viandanti trasgressivi e maltrattati come Dennis Hopper e Peter Fonda sulle moto di Easy Rider o, più moderni ancora, furono i precursori del trekking e del neocamminismo che è la forma muscolare e atletica del pensiero peripatetico che ha animato la civiltà occidentale e che sempre ha comportato e anche oggi comporta rischi fisici, oltre agli inevitabili azzardi intellettuali.
Francesco Merlo inviato ad Assisi, la Repubblica

QUESTA L’HO LETTA SU VOGUE
È il realismo cristiano, ma è anche il famoso stile francescano che ha spinto il nuovo Papa, già nella prima messa con i cardinali, a togliere dall’altare i candelabri e gli sfarzosi paramenti e a rifiutare le mitrie barocche di Benedetto per indossare una semplice casula.
Francesco Merlo inviato ad Assisi, la Repubblica

MADDAVÉRO
Sono i segni della gioia di un radicalismo cristiano che davvero rimanda al protestantesimo e al rapporto con Dio senza mediazioni.
Francesco Merlo inviato ad Assisi, la Repubblica

UN RAPTUS DI SIMPATIA
La pedofilia non come reato ma come patologia dell’abominio, come disperazione del prete che, o pratica il sesso in modo abnorme o non lo pratica affatto, che è poi un’altra abnormità. E difatti ogni volta che scoppia uno scandalo sessuale i vescovi e i cardinali scoprono un poco anche se stessi.
Francesco Merlo inviato ad Assisi, la Repubblica

VA BÈ
Non so cosa direbbe san Francesco della sessualità dei preti ma certo anche in questo il santo di Assisi era speciale, per quel formidabile rapporto con santa Chiara, quasi fossero un coppia di fatto.
Francesco Merlo inviato ad Assisi, la Repubblica

DULCIS IN FUNDO
Sarebbe bellissimo se i primo gesto del Papa fosse invitare a Roma le madri di Plaza de Mayo.
Roberto Saviano in un tweet riportato dalla Repubblica

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