Pakistan. Una coppia di cristiani condannata a morte per un sms “blasfemo” mai inviato

Shafqat Emmanuel e sua moglie Shugufta hanno quattro figli e sono analfabeti ma sono stati condannati a morte per presunti messaggi blasfemi scritti in inglese

Non solo Asia Bibi. Non solo Sawan Masih. Altri due cristiani sono stati condannati a morte in primo grado nell’ennesimo presunto caso di blasfemia. I condannati sono una coppia della provincia del Punjab: lui, Shafqat Emmanuel, è disabile mentre la moglie, Shugufta Emmanuel, fa la cameriera. Entrambi sono analfabeti.

PROCESSO IN PRIGIONE. I due sono stati condannati lo scorso 4 aprile da un tribunale di Toba Tek Singh per aver inviato degli sms blasfemi il 18 giugno 2013 insultando il profeta Maometto e il Corano.
Secondo l’avvocato della coppia, che ha quattro figli, il giudice ha ceduto alle pressioni degli islamisti perché non esistono prove che incolpino la coppia. Il processo si è svolto in prigione: la polizia temeva che i due potessero essere assassinati prima della conclusione dei giudici.

PROVE. Le prove dell’innocenza dei due cristiani sembrano chiare: la scheda Sim da cui sarebbero partiti i messaggi non è registrata a nome dei due indagati. I tabulati e i documenti della compagnia telefonica che dimostrerebbero il contrario non sono stati mostrati dall’accusa durante le udienze.
Inoltre, i messaggi blasfemi erano in inglese ed essendo la coppia analfabeta è difficile credere che abbia potuto scriverli. Nel periodo in cui sono stati inviati, infine, la coppia non era in possesso del telefono, che era andato smarrito.

TORTURE DELLA POLIZIA. Un’altra stranezza del caso è rappresentata dalla sentenza in sé: sia Shafqat che la moglie sono stati condannati a morte nonostante la polizia ritenga che l’sms sia stato inviato solo da Shafqat.
Inoltre, come dichiarato dall’avvocato della coppia a Morning Star News, «Shafqat ha confessato di aver inviato il messaggio perché la polizia l’ha torturato in prigione. Davanti ai giudici, infatti, ha ritrattato la dichiarazione» ma i magistrati non gli hanno dato ascolto.

SALVIAMO SAWAN. La condanna della coppia segue di una settimana quella di Sawan Masih, avvenuta lo scorso 27 marzo. Ad accusarlo è stato un amico musulmano, che aveva bevuto con lui la sera prima. Per aiutare Sawan e tutti i cristiani del Pakistan è stata organizzata una campagna di raccolta firme a cui è possibile partecipare scrivendo a salviamosawanmasih@yahoo.it, indicando nome e cognome.

@LeoneGrotti

Exit mobile version