Legge elettorale, strada segnata? «Dopo il verdetto della Consulta, delle tre proposte di Renzi ne resta una»

Per l'esperto di sistemi elettorali Peppino Calderisi, secondo la sentenza dell'Alta Corte solo il doppio turno di coalizione sarebbe «non incostituzionale»

Le motivazioni sulla bocciatura del Porcellum, depositate due giorni fa dalla Corte costituzionale, si fondano su due obiezioni: le liste bloccate lunghe, perché privano i cittadini del diritto di scegliere i parlamentari, e il premio di maggioranza senza soglie minime, che determina uno squilibrio fra i voti ottenuti dai partiti e i seggi assegnati. Risolvere il primo problema, con le preferenze o con liste corte, non sarà difficile. Sul secondo, si dovranno concentrare gli sforzi della politica. «Per quanto l’intervento dei giudici sia opinabile», spiega l’esperto di sistemi elettorali Giuseppe Calderisi, «ora le indicazioni della Consulta devono essere prese in considerazione. Due dei tre modelli proposti da Matteo Renzi non vanno bene, per esempio».

A quali si riferisce?
Al modello spagnolo e al Mattarellum corretto, modificati con un premio di maggioranza del 15 per cento. Anche se la Consulta ha affermato che il Parlamento è libero di adottare qualsiasi tipo di sistema elettorale, è stata esplicita nel dire che non ci può essere una divaricazione tra composizione del Parlamento e volontà dei cittadini.

Però la Consulta non ha bocciato del tutto il premio di maggioranza.
No, infatti. Ma il premio di maggioranza previsto da Renzi per modificare il Mattarellum e il modello spagnolo, anche in presenza di una soglia minima, rischierebbe di essere incostituzionale.

Perché?
Perché sia il Mattarellum sia il modello spagnolo già prevedono un premio di maggioranza, anche se è implicito. Aggiungere un altro premio di maggioranza determinerebbe una distorsione complessiva dello stesso tipo di quella censurata dalla Consulta nel Porcellum.

Quale sarebbe il premio di maggioranza “implicito” nel Mattarellum corretto e nel modello spagnolo?
Il Mattarellum prevede il sistema uninominale. Quindi il parlamentare che vince nel singolo collegio, anche per pochi voti, va in Parlamento, mentre tutti gli altri voti non vengono presi in considerazione. Analogamente succede con lo spagnolo, un modello proporzionale applicato in piccoli collegi che porta ad escludere dal Parlamento tutte le forze che sono sotto il 10 e il 15 per cento. Sono due meccanismi premiali per i partiti maggiori. Quelli che rappresentano il 70-75 per cento degli elettori, come per esempio Forza Italia, Partito democratico e Movimento 5 Stelle otterrebbero tutti i seggi, mentre gli altri partiti rimarrebbero fuori. Se a questi meccanismi premiali previsti dal collegio uninominale e dal sistema spagnolo, si aggiunge il premio di maggioranza al 15 per cento, la somma dei due determinerebbe la sproporzionalità già individuata dalla Corte. Delle proposte di Renzi, rimane soltanto il doppio turno di coalizione.

Perché?
È l’unico modello elettorale non incostituzionale che preveda un premio di maggioranza esplicito. E il secondo turno con ballottaggio fra le prime due coalizioni è l’unico sistema che permette di avere una maggioranza, evitando che vi siano nuovi ricorsi alla Corte costituzionale. Ciò perché rimette direttamente ai cittadini la scelta di assegnare la maggioranza dei seggi. C’è un abisso fra un premio di maggioranza attribuito dai cittadini, in un secondo turno giocato fra le due coalizioni più votate nel primo, e un altro assegnato con calcoli matematici.

Non si potrebbe semplicemente rinunciare al premio di maggioranza?
Si potrebbe, in un sistema bipolare. Ma con tre partiti egualmente forti, occorre un premio di maggioranza per stabilire chi governa. Quindi abbiamo bisogno di una legge elettorale che consenta al cittadino di decidere non solo la rappresentanza ma anche una maggioranza capace di esprimere un governo. E questo è possibile solo con premio di maggioranza che, stando ai limiti tracciati dalla Consulta, si può fare soltanto con un sistema che prevede il ballottaggio.

Quindi ha cambiato idea. A maggio si può andare alle elezioni.
Non ho cambiato idea. Se il bicameralismo non viene affrontato, nessun sistema elettorale garantirebbe una maggioranza politica. Nemmeno il doppio turno di coalizione. Infatti al Senato e alla Camera potrebbero ottenere il premio di maggioranza due coalizioni diverse. E per fare un governo servirebbe ancora la fiducia di entrambe.

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