La Turchia è pronta a invadere la Siria con 18 mila soldati e costituire la “Linea Marea”

Lo scopo di Erdogan è di mettere in sicurezza il confine contro l'Isis ma, soprattutto, per impedire ai curdi di creare un nuovo Stato

La Turchia è pronta per entrare con un esercito di 18 mila soldati in Siria e occupare un’area di 33 chilometri compresa tra le città siriane di Kobane e Mare. La cosiddetta “Linea Marea” avrebbe lo scopo di danneggiare lo Stato islamico, che sta cercando di conquistare la parte settentrionale della Siria, e soprattutto i curdi, che combattono l’Isis ma sono nemici giurati della Turchia.

«COSTI QUEL CHE COSTI». Ieri si è riunito ad Ankara il Consiglio di sicurezza per esaminare «nel dettaglio» le minacce potenziali e «le misure di sicurezza che si impongono lungo il confine». Il 28 giugno, il premier Ahmed Davutoglu ha dichiarato che la Turchia «è pronta a tutte le opzioni in caso di minaccia alla nostra sicurezza». Mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan, non più tardi del 26 giugno, aveva detto chiaramente che «la comunità internazionale deve sapere che, costi quel che costi, non permetteremo mai che venga creato un nuovo stato nel nord della Siria lunga la nostra frontiera meridionale».

«CURDI COME L’ISIS». Il riferimento è ovviamente ai curdi dell’Ypg, affiliati del Pkk, in guerra con Ankara per 30 anni. Le milizie curde siriane, con l’aiuto degli Stati Uniti, hanno inferto pesanti sconfitte allo Stato islamico e controllano ormai i due terzi del confine siriano con la Turchia. E per Erdogan, è una citazione letterale, «il Pkk è come lo Stato islamico».

POSSIBILE VENDETTA. Secondo un dispaccio dell’agenzia di Stato Anadolu, è tutto pronto per l’invasione e negli ultimi giorni Ankara ha portato lungo il confine 32 carri armati. Varcare il confine non sarebbe difficile per la Turchia, visto che la Siria è uno Stato in dissoluzione e non ha più il controllo dei suoi confini, però «Assad, Iran e Russia percepirebbero questa mossa come un’aggressione unilaterale. La legge internazionale darebbe ad Assad [e ai suoi alleati] il diritto di vendicarsi», secondo un ex ambasciatore europeo in Turchia.

IL SOGNO DI ERDOGAN. Da anni Ankara cerca di destabilizzare la Siria e far cadere il nemico sciita, Assad. Per questo ha fatto entrare migliaia di jihadisti nel paese martoriato da una guerra che va avanti dal 2011 attraverso i suoi confini. Erdogan ha più volte chiesto alla comunità internazionale di imporre una no-fly zone sul paese e poter entrare in Siria per creare una zona cuscinetto al confine. Lo scopo finale è di instaurare un regime sunnita guidato da Fratelli Musulmani sotto l’egemonia turca.

«ENTRARE È FACILE, USCIRNE NO». Il piano, che potrebbe partire a breve, non è di così facile realizzazione. Il capo di Stato maggiore, Necdet Ozel, ha discusso apertamente l’ipotesi dell’invasione pochi giorni fa: «Entrare è facile, ma come uscirne poi?», riporta le sue parole il Le Monde. «Se non si prepara il terreno dal punto di vista diplomatico, la Turchia si troverà in difficoltà». La pensa allo stesso modo Kemal Kilicdaroglu, leader del partito repubblicano del popolo: «Li ho avvisati di non trascinare la Turchia in questa avventura. Ci costerebbe caro».

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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