«La scienza non sa tutto. Deve decidere la politica, non gli esperti»

Il filosofo francese Olivier Rey riflette sul tema sollevato dalla pandemia: «Gli scienziati non devono far passare per certezza le loro opinioni, ma i politici non possono abdicare alle loro responsabilità»

«La scienza moderna oggettiva il mondo per studiarlo. I risultati cui giunge sono verità di fatto che però, in quanto tali, non dicono niente su ciò che bisogna fare». Così il matematico, filosofo, romanziere e ricercatore al Cnrs Olivier Rey interviene nel dibattito sul rapporto che deve sussistere tra politica e scienza, che la pandemia ha reso molto delicato, e sulle difficoltà della scienza ha dare risposte univoche a riguardo del nuovo coronavirus e su come contrastarlo.

«NON SI PUÒ DELEGARE AGLI ESPERTI»

«È sicuramente indispensabile che la politica tenga conto degli insegnamenti della scienza per adottare misure adeguate ai fini da perseguire», dichiara in un’intervista al Figaro. «Ma la decisione per definizione non può mai essere esclusivo appannaggio della scienza». I politici, continua, fanno bene ad avvalersi del parere di «esperti» ma «se delegano a loro la decisione politica non fanno che abdicare alle proprie responsabilità» spingendo gli stessi esperti «al di fuori del loro ruolo».

Non sono gli esperti dunque che devono decidere se applicare la quarantena a milioni di persone per mesi al fine di risparmiare vite, facendo però crollare l’economia al prezzo di centinaia di migliaia di posti di lavoro in fumo. Quando i beni in gioco sono tanti, solo la politica può stabilire le priorità. Ma non sono gli esperti «ad aver preso il potere», risponde Rey a chi critica la scienza di voler dominare la politica, «è il potere politico che ha fatto andare avanti gli esperti per giustificare le proprie decisioni» e mettersi al riparo da critiche.

«LE OPINIONI DEGLI SCIENZIATI NON SONO SCIENZA»

All’ignavia dei politici, però, fa da contraltare l’evidente smania di protagonismo di tanti scienziati, vedi virologi, che si sono pronunciati a favore di tutto e il contrario di tutto. Il matematico e filosofo, infatti, non risparmia critiche al campo scientifico e soprattutto alla guerra dei virologi che ha avuto luogo in tutto il mondo:

«Non basta che uno scienziato si esprima perché la sua parola sia da ritenere quella della “scienza”. E all’interno di una scienza ci sono cose che si sanno, che si sanno più o meno e che non si sanno. È legittimo e auspicabile che gli scienziati diano pareri su temi che riguardano le loro discipline, ma è malsano far passare per discorso scientifico ciò che non è che un parere per mancanza di certezze».

Foto Ansa

Exit mobile version