La Russia non si ferma, ma l’Occidente non lascerà sola l’Ucraina

A un anno dallo scoppio della guerra, Putin annuncia che «continueremo a usare la forza». Mosca ha i mezzi militari, finanziari e umani per farlo, ma Kiev incassa il rinnovato sostegno dei paesi Nato

Al di là della consueta «propaganda» – per utilizzare le parole di Giorgia Meloni in visita a Kiev – per cui la Russia sarebbe stata costretta a invadere l’Ucraina per difendersi dall’aggressività della Nato, nel discorso all’Assemblea federale sullo stato dell’unione Vladimir Putin ha dichiarato ieri che «continueremo a usare la forza» per opporci all’Occidente, che vorrebbe «infliggere alla Russia una sconfitta strategica». In un clima di grande tensione, il presidente russo ha anche annunciato che Mosca uscirà dal trattato sulla riduzione delle armi nucleari “New Start”, che limita il numero di missili nucleari intercontinentali che Russia e Stati Uniti possono avere.

La Russia può contare su molti tank e pochi missili

Se, come sottolineato da Putin, «è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia» gli esperti si chiedono quanto l’esercito di Mosca possa ancora andare avanti dopo un anno di conflitto. Secondo il Regno Unito, dal 24 febbraio la Russia ha perso 4.500 veicoli armati, tra i quali ben 2.300 carri armati, 63 aerei, 70 elicotteri, 150 aerei a pilotaggio remoto, 12 navi e più di 600 sistemi di artiglieria.

Secondo l’Istituto internazionale di studi strategici, oltre ai 1.800 carri armati attualmente utilizzati nel conflitto, Mosca può ancora contare su 5.000 tank di riserva, molti dei quali però sono vecchi e andrebbero aggiornati.  Secondo l’esperto Pavel Luzin, citato dal Financial Times, la Russia ha quasi dato fondo ai depositi di 3.000-3.500 missili a gittata superiore ai 300 km. Gli Stati Uniti ritengono inoltre che tra pochi mesi l’esercito russo dovrà diminuire i colpi di artiglieria utilizzati ogni giorno, per mancanza di munizioni.

«Ne hanno abbastanza per sostenere la guerra»

Anche per questo, la Russia spenderà un terzo del suo budget annuale per le spese militari nell’ottica di aumentare la produzione di armi. Ma la produzione di missili e carri armati sarà fortemente limitata dalla carenza di semiconduttori, che Mosca a causa delle sanzioni non può più importare dall’estero, e per i quali ha scorte solo fino al 2025.

«Ne hanno abbastanza per sostenere la guerra e per impedire all’Ucraina di riprendere tutti i propri territori», spiega Rob Lee, senior fellow presso il Foreign Policy Research Institute, ma difficilmente potranno tornare all’attacco su larga scala «e ottenere veri successi».

L’incognita Cina spaventa la Nato

La situazione, però, potrebbe cambiare se la Cina decidesse di iniziare ad armare l’esercito russo. Una possibilità che nei giorni scorsi il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ha provato a scongiurare minacciando Pechino, che ha reagito con stizza: «Finora sono stati gli Usa a riempire di armi il fronte. Washington non è nella posizione di rivolgere richieste alla Cina», ha risposto il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Wang Wenbin.

Ieri il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi, è arrivato a Mosca con una proposta per una soluzione negoziata del conflitto in Ucraina e ha incontrato il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo Nikolai Patrushev. Oggi incontrerà invece il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e forse lo stesso Putin.

L’economia russa regge alle sanzioni

Se per quanto riguarda le munizioni la Russia, al pari dell’Ucraina, è in difficoltà, sul fronte finanziario le sanzioni occidentali non sembrano avere sortito gli effetti sperati. L’anno scorso il Pil della Russia è calato soltanto del 2,1 per cento, anche se a partire dal 2023 le cose potrebbero peggiorare. I ricavi dalla vendita di idrocarburi potrebbero diminuire del 23 per cento quest’anno, dal momento che Cina e India non possono acquistare tutto il gas e il petrolio che l’Europa non importerà più.

Nonostante questo, grazie a un deficit molto basso rispetto al Pil, pari al 16%, la Russia potrebbe ricorrere ai mercati internazionali per ottenere finanziamenti aumentando il deficit del 2% e rimanendo comunque ampiamente sotto i livelli critici, come stimato da Natalia Lavrova, capo economista alla Bcs Global Markets.

Mosca può mobilitare 10 milioni di soldati

Il vero punto forte della Russia è il personale militare di cui può disporre. Il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha detto di poter mobilitare fino a 25 milioni di soldati. Anche se la cifra è puramente ipotetica e anche se dall’annuncio della mobilitazione militare parziale 500 mila giovani sono scappati dal paese, la Russia dispone realmente di 9-10 milioni di persone con esperienza nell’esercito, a fronte di 30 milioni di persone in età da combattimento.

Da questo punto di vista, sostiene il ricercatore e demografo Igor Efremov, «la Russia può continuare ad arruolare soldati per la guerra ancora per molto tempo».

Meloni e Biden: Occidente a fianco dell’Ucraina

Nonostante le enormi difficoltà riscontrate sul campo, dunque, la Russia ha i mezzi umani, militari e finanziari per portare avanti il conflitto in Ucraina, dove secondo Putin «è in gioco l’esistenza stessa della Russia». Ma non sarà semplice per Mosca conquistare nuovi territori, perché l’Occidente non ha alcuna intenzione di lasciare sola l’Ucraina, come dichiarato da Joe Biden a Varsavia.

«Kiev non sarà mai una vittoria per la Russia, il mondo non si è voltato dall’altra parte», ha detto il presidente americano. «Putin ha invaso l’Ucraina per brama di terra e potere. Putin è un dittatore che vuole ricostruire un impero ma non ci riuscirà. La guerra è stata una sua scelta, non una necessità. Solo Putin può porre fine alla guerra, interrompendo l’invasione».

Parole che riecheggiano quelle pronunciate dalla premier italiana Meloni in conferenza stampa con il presidente ucraino Zelensky: «Qua non è in gioco la teoria o numeri astratti ma la vita e la morte della persone. È impossibile girarsi dall’altra parte e sarebbe molto stupido farlo perché gli interessi dell’Ucraina coincidono con quelli dell’Europa».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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