In Ucraina forse non ci sarà alcuna controffensiva di primavera

Militari e funzionari di governo intervistati dal Washington Post rivelano le difficoltà di Kiev, che non ha più soldati esperti dopo un anno di guerra. «Se la controffensiva non sarà professionale, si rivelerà un massacro»

Dopo oltre un anno di guerra, mentre infuria la violenta e sanguinosa battaglia di Bakhmut, gli eserciti di Ucraina e Russia sono in forte difficoltà. Mosca ha perso, tra morti e feriti, circa 200 mila soldati, ma anche Kiev non può più contare su almeno 120 mila effettivi. Se il Cremlino, forte di una base molto più ampia da cui attingere, ha ordinato un nuovo reclutamento, l’Ucraina fa affidamento sulla Nato perché addestri quanti più soldati possibile. Ma le prospettive, secondo fonti interne all’esercito ucraino citate dal Washington Post, non sono affatto rosee.

«Non credo ci sarà una grande controffensiva»

«Abbiamo pochi uomini con esperienza di combattimento e sono tutti già morti o feriti», dichiara al quotidiano americano Kupol, comandante di un battaglione della 46esima Brigata di attacco aereo. La mancanza di soldati esperti, secondo il tenente colonnello, mina alla radice la possibilità di condurre una controffensiva in primavera. «Si può sempre sperare in un miracolo. Ma se la controffensiva non sarà professionale, si rivelerà un massacro».

I timori di Kupol, che ha accettato di parlare nella speranza di convincere l’Occidente a fornire più aiuti e addestramento alle truppe ucraine, sono confermati da un alto funzionario del governo di Volodymyr Zelensky: «Non credo ci sarà una grande controffensiva. Mi piacerebbe crederlo, ma guardo alle nostre forze e mi chiedo: “Con che cosa dovremmo farla?”». «Ci mancano soldati e armi», continua. «Quando si attacca si perdono il doppio o il triplo delle forze necessarie a difendere. Non possiamo permettercelo».

«L’Ucraina non ha più soldati esperti»

Kupol, che ha combattuto a Soledar, spiega con un esempio lo stato gravemente deteriorato delle forze armate ucraine. Il suo battaglione, inizialmente composto da 500 soldati esperti, è stato decimato: 100 sono morti e 400 feriti. «Mi hanno inviato 100 nuovi soldati, senza darmi il tempo di addestrarli», continua sapendo che potrebbe subire ripercussioni per le sue dichiarazioni troppo “sincere”. «E questi hanno deposto a terra le armi e sono scappati. Abbiamo bisogno di addestratori della Nato: i nostri hanno fallito».

Il comandante lamenta anche la mancanza di armi e munizioni, arrivando perfino a tirare una stoccata ai suoi superiori: «Non facciamo altro che rilasciare interviste e raccontare alla gente che abbiamo già vinto o che vinceremo tra poco, tra due settimane». Ma la situazione sul terreno lascia intendere altro.

Anche la Russia è in difficoltà

Anche la Russia ha mandato a morire nel “tritacarne” di Bakhmut migliaia di soldati inesperti. «Ma quelli che stanno arrivando ora sono ben preparati», spiega il colonnello generale Oleksandr Syrsky, a capo delle forze di terra ucraine. Al contrario, l’Ucraina ha perso nel primo anno di guerra la maggior parte dei suoi combattenti più esperti, addestrati dagli Stati Uniti «negli ultimi nove anni», che hanno fatto la differenza nelle prime fasi del conflitto. E ora non ne ha a sufficienza per rimpiazzarli, secondo un funzionario governativo di Kiev.

Gran Bretagna e Unione Europea addestreranno 50 mila soldati ucraini quest’anno, ma se i tempi non verranno accorciati la Russia potrebbe beneficiarne. Secondo l’agenzia d’informazione russa Ura, il Cremlino ha ordinato di mobilitare a partire da aprile 400 mila nuovi soldati entro la fine dell’anno sotto il coordinamento di Dmitry Medvedev, viceresponsabile del Consiglio di sicurezza.

La nuova mobilitazione potrebbe essere un segnale delle difficoltà russe a condurre un’offensiva vincente: secondo il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, 325 mila soldati russi sono già in Ucraina e altri 150 mila potrebbero presto aggiungersi.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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