«Anche se sarà salvata, l’Ilva è già morta. L’hanno uccisa i magistrati»

Intervista a Nicola Porro, vicedirettore del Giornale: «Il governo cancellando lo scudo penale ha commesso un errore clamoroso. L'atteggiamento del Pd è incomprensibile. Come si può fare impresa con questi giudici?»

«ArcelorMittal magari alla fine rimarrà ma è una lenta agonia. Come si può fare impresa con i magistrati che ti sequestrano gli impianti e il prodotto finito, dicendo che è corpo del reato? La triste verità è che l’Ilva è già morta». Commenta così a tempi.it la vicenda dell’acciaieria di Taranto Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e conduttore di Matrix su Canale 5. Ieri si è tenuto un incontro tra il governo e i dirigenti del gruppo, che hanno comunicato al Mise la retrocessione delle aziende e dei dipendenti, che avverrà tra 30 giorni. I sindacati hanno indetto uno sciopero. Porro, che ha appena dato alle stampe il libro Le tasse invisibili, denuncia dal 2012 la distruzione da parte di magistrati e politica della seconda acciaieria più importante d’Europa. E a fronte delle indiscrezioni dei giornali sulla scarsa volontà dei franco-indiani di impegnarsi davvero nell’Ilva come promesso, ribadisce: «Il governo ha commesso un errore clamoroso».

C’è chi sostiene che ArcelorMittal utilizzi il cavillo dello scudo penale appena cancellato dal governo per ritirarsi dall’Ilva dopo aver sbagliato il piano industriale.
Questa è una indiscrezione su cui bisognerebbe indagare, io conosco solo i fatti.

E quali sono i fatti?
I franco-indiani sono entrati in un’azienda che dal 2012 è piena di problemi legali e penali, oggetto di sequestri e arresti, e quindi pretende per sé quello scudo penale del quale hanno goduto ad esempio i commissari straordinari che l’hanno gestita fino a un anno fa. I retropensieri in questo caso sono ininfluenti, non contano: il governo ha cancellato la norma e ha commesso un errore clamoroso, questo conta.

L’emendamento che ha cancellato lo scudo penale è stato votato da Pd, Movimento cinque stelle e Italia viva. È sorpreso?
I grillini fanno il loro mestiere e questi sono i risultati. Da Beppe Grillo all’ex ministro per il Sud Barbara Lezzi, dall’ex ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio a quello attuale Stefano Patuanelli, si sono sempre opposti all’Ilva. I grillini hanno sempre detto che non volevano quel mostro d’acciaio in Puglia, offrendo come alternativa per gli oltre 10 mila dipendenti – sono parole della Lezzi – gli allevamenti di cozze pelose.

Il Pd però ha sempre sostenuto l’Ilva.
Questo lo sta dicendo lei. C’è una forte corrente ambientalista e filomagistratura di sinistra nel Pd, anche se paradossalmente l’ex governatore Nichi Vendola era favorevole all’Ilva. L’attuale governatore Pd invece, Michele Emiliano, che dovrebbe essere più moderato, fa dichiarazioni allucinanti sull’acciaieria. Trovo il comportamento del Pd incomprensibile, soprattutto da parte di Matteo Renzi, che ora non è più nei Dem, ma prima ha cercato di salvare l’Ilva e poi invece ha votato la cancellazione dello scudo penale.

Antonio Gozzi, l’ex presidente di Federacciai, definì a Tempi il caso dell’Ilva «una vicenda di ordinaria follia italiana».
Sono d’accordo. Gozzi è stato uno dei pochi, nei quali mi permetto di inserirmi anche io, a capire fin dal primo giorno che l’arresto dei Riva nel 2012 e il sequestro degli impianti a caldo sarebbe stata la fine dell’azienda. Un’acciaieria la devono gestire gli imprenditori e non dei commissari. I risanamenti ambientali devono farli gli imprenditori e non i commissari. Questo è un mestiere difficile e solo Riva ha dimostrato di saper gestire l’Ilva, che è morta nel 2012.

Chi l’ha uccisa?
Senza dubbio i magistrati, mentre la politica ha timidamente provato a metterci una pezza, senza riuscirci.

Secondo il governatore Emiliano, l’Ilva potrebbe essere riconvertita per produrre a gas. È fattibile?
Io mi chiedo a quale titolo un governatore si mette a fare l’imprenditore. Un politico non sa come si produce l’acciaio, non sa come si produce la plastica, non sa come si fanno le merendine. Se un governatore, che prima faceva il magistrato, gioca a fare l’imprenditore, andiamo in confusione totale. Emiliano dovrebbe stare zitto invece che spiegare agli imprenditori come fare il loro mestiere.

Nel Sud l’Ilva si aggiunge alla grana Whirlpool. Qual è la politica industriale del governo?
Semplicemente non c’è. L’unica cosa che dovrebbe fare lo Stato è deregolamentare e ridurre le tasse. Punto.

Vede una via d’uscita a questo pasticcio dopo il confronto tra il governo e i franco-indiani?
È difficile. Magari ArcelorMittal alla fine non se ne andrà, ma stiamo assistendo alla lenta agonia dell’Ilva. Ha già perso 3 milioni di tonnellate di produzione, ha spento l’altoforno più importante. Io mi chiedo: si può fare impresa in Italia con un magistrato che ti sequestra gli impianti e il prodotto finito? Con i commissari che ti subentrano nella gestione? Si può fare impresa quando la politica ti cambia in continuazione le carte in tavola? Come può un’impresa sopravvivere così? La verità è che l’Ilva è già morta e anche se sarà salvata in qualche modo, resterà poco della seconda acciaieria più importante e moderna d’Europa.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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