Hong Kong. Domani inizia il processo al cardinale Zen

L'arcivescovo emerito della città, 90 anni, andrà alla sbarra per un illecito amministrativo. Ma è il diritto alla libertà religiosa della Chiesa cattolica a essere sotto processo

Doveva iniziare ieri il processo al cardinale Joseph Zen Ze-kiun a Hong Kong, ma è stato rimandato alle 9.30 di domani. Il giudice Yan Shunyi, secondo quanto comunicato dalla corte di West Kowloon, ha dovuto aggiornare il caso dopo aver contratto il Covid-19. Inizialmente erano stati previsti cinque giorni di udienze ma è probabile che servirà molto più tempo prima che si arrivi a sentenza, dal momento che alla difesa è stato concesso tempo per argomentare fino al 2 novembre. Domani, giovedì e venerdì il processo sarà tenuto dal giudice Yim Ada.

Le “colpe” del cardinale Zen

Il cardinale Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, era stato arrestato dalla polizia l’11 maggio e successivamente rilasciato su cauzione. È accusato di aver compiuto un illecito amministrativo e cioè di non aver registrato correttamente un fondo umanitario di cui era amministratore fiduciario. Tutti e cinque i soci del fondo andranno a processo.

Il “612 Humanitarian Relief Fund” è molto conosciuto a Hong Kong perché ha aiutato dal punto di vista legale, psicologico e medico migliaia di attivisti durante le manifestazioni del 2019, raccogliendo donazioni e distribuendo oltre 31 milioni di dollari in aiuti. Il fondo è stato chiuso nell’agosto del 2021 dopo che gli agenti della polizia incaricati di vigilare sulla sicurezza nazionale chiesero ai soci di consegnare tutti i documenti sui donatori e sui beneficiari degli aiuti.

Gli imputati, compreso il cardinale Zen, si sono dichiarati non colpevoli ma anche nel caso di condanna dovrebbero pagare al massimo una ammenda di 1.750 dollari. Nonostante questo, il processo non può essere sottovalutato.

Hong Kong processa la libertà religiosa

Da quando la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino all’ex colonia è entrata in vigore nel luglio 2020, Hong Kong ha smantellato pezzo dopo pezzo l’intera società civile (partiti, sindacati, associazioni, ong). Non avviene però per caso l’arresto di un cardinale di 90 anni, uno dei sostenitori della democrazia e degli oppositori del regime comunista più famosi e stimati dalla popolazione di Hong Kong.

L’arresto umiliante, la detenzione notturna e l’accusa ridicola fanno parte di un più ampio tentativo di minacciare l’intera Chiesa cattolica di Hong Kong. Non bisogna dimenticare infatti che, al momento dell’arresto, la polizia aveva dichiarato di indagare Zen per «collusione con forze straniere». Si tratta di un capo di imputazione che può essere punito anche con l’ergastolo in base alla legge sulla sicurezza nazionale.

L’accusa formalizzata, alla fine, è stata molto più leggera ma il carattere intimidatorio del processo rimane. Domani alla sbarra non ci sarà solo il cardinale Zen, ma il diritto alla libertà religiosa a Hong Kong.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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