Il conservatorismo di Meloni: più Thatcher, meno Orbán

La nuova destra di governo post-sovranista è a un bivio: seguire il gruppo di Visegrád o rimanere ancorata a Europa e America? È sulla seconda opzione che la leader di Fdi deve costruire la sua leadership. Senza complessi verso Francia e Germania

Il sovranismo è finito. La pandemia, il next Generation Eu, l’inflazione, il restringimento monetario, la guerra lo hanno sepolto. La realtà, velocissima e tumultuosa, ha superato la dottrina. Nessuno parla più di uscita dall’euro, nessuno pensa di ritornare alla nazione in modo integrale, e ogni ideologia deve ibridarsi con una economia interconnessa e da istituzioni comuni oramai radicate. Si preferisce, dunque, come gradino successivo, un’offerta politica organizzata intorno al concetto di conservatorismo, nel caso di Fratelli d’Italia, per indicare un approccio incentrato sulla difesa dell’interesse della nazione e della tradizione.

Per la nuova destra di governo post-sovranista si pone dunque la necessità di interpretare questo conservatorismo. Qui si aprono due strade, una già battuta e una nuova. Quella già tracciata prefigura una destra che guarda alle esperienze dell’Est Europa, in particolare l’Ungheria di Orbán e la Polonia del...

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