Francia. Licenziato l’uomo meteo della tv di Stato. Ha scritto un libro contro il catastrofismo climatico

Philippe Verdier, responsabile meteo di France Télévisions, è stato cacciato a un mese dall'apertura della Conferenza sul clima dell'Onu di Parigi. E la «libertà di espressione» alla "Je suis Charlie"?

Alla fine l’hanno licenziato. L’uomo meteo di France 2 (equivalente di Rai 1), Philippe Verdier, è stato cacciato dalla televisione di Stato, come ha comunicato lui stesso il 31 ottobre, per aver scritto un libro sui cambiamenti climatici, denunciando molte tesi assurde di «allarmisti» e «catastrofisti».
A un mese dalla Conferenza sul clima dell’Onu (COP 21), che aprirà tra un mese a Parigi, il libro critico della posizione mainstream sul riscaldamento globale è stato giudicato inaccettabile. Così France Télévisions, dopo aver sospeso il conduttore delle edizioni meteo delle 13 e delle 20, nonché responsabile del servizio meteo per l’emittente, l’ha anche licenziato.

IL LICENZIAMENTO. Verdier non poteva sperare in una pubblicità migliore per il suo libro Climat Investigations e ha avuto buon gioco a denunciare la «violazione della libertà di espressione». La presidentessa di France Télévisions, Delphine Ernotte, si è limitata a dichiarare che non si tratta di questo: non ci ha dato fastidio che abbia scritto il libro, ha dichiarato, ma che l’abbia pubblicizzato sottolineando di essere il presentatore meteo di France 2.
In una lettera aperta scritta al presidente della Repubblica François Hollande, e contenuta nel libro, Verdier si firma effettivamente «responsabile del servizio meteo di France 2». Ma non sembra così strano che l’autore di un libro lo pubblicizzi e che per farlo sottolinei di essere un uomo del mestiere, un addetto ai lavori. Il meteorologo, del resto, non ha mai sponsorizzato il libro durante le sue trasmissioni.

PROBLEMA DI CONTENUTI. Il sindacato Force ha sostenuto Verdier e ha annunciato che è pronto a contestare il licenziamento. Sono in tanti infatti a chiedersi se l’uomo meteo sarebbe stato licenziato lo stesso se nel suo libro, invece che parlare di «manipolazioni» dei dati scientifici, di «conflitti di interessi» in seno alle più grandi organizzazioni che chiedono la riduzione delle emissioni e di «scandalo planetario» a riguardo del catastrofismo ingiustificato, avesse scritto come tanti che il mondo è sull’orlo della fine del mondo.

E LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE? Da parte sua Verdier si è detto «scioccato». In una precedente intervista aveva dichiarato: «Non sono una vittima, ma è proprio come scrivo nel libro: ogni opinione contraria [al catastrofismo sul riscaldamento climatico] deve essere eliminata e ora mi attaccano sul mio lavoro. Nel mio libro ho scritto che sarei diventato un paria pubblicandolo. Ecco, penso di aver previsto bene una parte degli avvenimenti che sarebbero accaduti». Nella Francia dei “Je suis Charlie”, sembra che il diritto alla libertà di espressione non valga per tutti.

@LeoneGrotti

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