Come osa la preside «lasciare trapelare le sue idee» su gender e aborto?

Il caso di Paola Senesi, linciata mediaticamente da collettivi e sinistra di Roma perché ha osato fare il suo mestiere di preside del liceo Giulio Cesare

Roma, lo sapete, è l’ultimo bivacco degli unni prima della fine dell’impero. Mario Draghi come tanti secoli fa il generale Flavio Stilicone, di padre barbaro della tribù dei vandali, che fallì l’ultima disperata impresa di difendere Roma dalla caduta nella polvere da cui non si è mai più rialzata. Non a caso, corsi e ricorsi della storia, Stilicone era detestato dalla élite nobiliare capitolina. I cui esponenti erano votati chi alla nostalgia del paganesimo schiantato dall’imperatore Costantino, chi, opportunisticamente, all’arianesimo in tempi nei quali quasi solo il Papa era rimasto ortodosso. E Stilicone. Magister militum dell’esercito romano e, fedele a Costantino, difensore del simbolo cattolico niceno.

Tutta questa premessa pedante ma istruttiva, per arrivare ai nostri di giorni di questa settimana. Dove, per li rami poco misteriosi di un partito, il Pd, che si è fatto l’ultimo accampamento dello Stato anacronistico e parruccone, credono di riuscire ancora a spaventare e a tenere sotto schiaffo poliziesco il cittadino italiano. Accenno a una storiella capitolina da ultime 48 ore di cronaca spicciola.

Una dirigente con gli attributi

Liceo Giulio Cesare. C’è una preside che per un caso esotico e singolare non ha la tessera della Cgil. Di più. La nostra dirigente per un caso singolare è anche moglie dello svizzero Giuseppe Rusconi, detto anche il “Rossoporpora” di Oltretevere per la mitica rubrica – per un certo tempo ospitata anche su Tempi – che setacciava dall’interno il Vaticano, ma con intelligenza attenta ai contenuti e senza spettegolare gayamente sulla vita privata di fanti e santi.

Ebbene, la nostra preside di nome Paola Senesi, siccome è una numero uno – ha la cultura, gli attributi, la passionaccia per la scuola ma non la tessera della Cgil –, è stata presa d’assalto da repubbliconi e piddini sparpagliati pe’ Roma, in quanto, pensate un po’, dopo essere stata svillaneggiata dal solito collettivo che da circa cinquant’anni “okkupa” giusto per allungare il ponte di carnevale (e sennò che figli della Cgil sarebbero che lo sciopero generale è sempre il venerdì, giusto per allungare la broda del week end al Terminillo, o come si è scoperto in questi giorni di lockdown sulle Alpi ma non sull’Appennino centrale, sugli sci a Campo dei Giovi con la scusa der collettivo pupi), «ha redatto un comunicato stampa in cui lascia trapelare le sue convinzioni».

Perbacco Arianna Di Cori e Valentina Lupia che firmate il 22 febbraio questa illuminante chiusa in cronaca di Repubblica. Ma chi siete? L’Enciclopedie di Voltaire o la premiata Gioventù del Littorio per insinuare che costei, la preside, come si permette di «lasciare trapelare le sue convinzioni»?

Lo stesso tic da cinquant’anni

La tregenda si snoda per altro per parecchie articolesse. Da che, per l’appunto, la responsabile della scuola ha osato far trapelare le sue convinzioni obiettando su corsi di scienza dell’aborto e scienza del gender, proposti spontaneamente (ahahah!) dal collettivo okkupante nella classica settimana di broda allunga festività e weekend.

Insomma, la preside ha fatto il suo mestiere. Ha esercitato responsabilità e autorità. Ha detto quello che pensava delle solite minchiate propagandistiche di cui hanno riempito le scuole statali. Tanto paga Pantalone. E voi collettivi, genitori piddini e repubbliconi, vi mobilitate ancora contro una preside – sono cinquant’anni di democrat in salamoia che avete questo tic, ebbasta, dai! – invece di prendere a sberle i vostri marmocchi e su, imparate a diventare grandi e a smetterla di andare tra le gambe del papà Pd e sotto le gonne di mamma Repubblica perché “la preside è cattiva”? Non sarebbe ora di diventare grandi e smetterla di mettere i pannolini alla propaganda tra i bambini e ai collettivi okkupanti?

Almeno una su dieci

Imparate a essere un po’ sportivi. Su dieci presidi dei vostri che darebbero di maiala alla Meloni e di porcone nazista a Salvini. Su dieci magistrati da cui andate a piangere per ottenere ciò che non potete ottenere con la democrazia e il consenso popolare. Su dieci funzionari statali sindacalizzati aumma aumma. Ecco, in tutte queste decine, quanti sono coloro che osano «far trapelare le loro convinzioni»? Vi piace solo la pappa e ciccia? Giocare con l’arbitro venduto? Coi libri di storia al tarocco rosso? E presidi solo con quella tessera li? E che noia!

Portate a bere i vostri cavalli al Tevere della sapienza della Cirinnà. E a sciare a Campo de’ Giovi i vostri pupi dei collettivi. Ma lasciate lavorare le persone serie e libere come la signora professoressa e dirigente del liceo Giulio Cesare di Roma, Paola Senesi.

Foto: Carlo Dani per Wikimedia

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