Chissà che turbine di appassionanti idee politiche tra Sala e Di Maio

Il sindaco di Milano Beppe Sala (foto Ansa)

Su Scenari economici si cita questo tweet di Giulio Tremonti: «In questi giorni è avvenuta la fusione per incorporazione dell’Unione Europea nella Nato».

Un’analisi, quella dell’ex ministro dell’Economia, forse un po’ semplificatrice ma ricca di intelligenza e verità. Tra i leader dell’Unione si è parlato intensamente di un esercito comune. Obiettivo complicato. Già esiste una moneta come l’euro senza uno Stato che la sorregga, non è facile immaginare un’armata che non sia sostenuta da un unitario e legittimato potere politico. Poi, scoppiata la guerra in Ucraina, grazie anche a una leader straordinaria come Ursula von der Leyen, Bruxelles è stata sostituita nell’indirizzare politicamente gli avvenimenti in corso dalla Nato, con due personalità alla guida: una un po’ incerta, Joe Biden, e una assai solida come Recep Tayyip Erdoğan.

* * *

Su Affaritaliani si scrive: «L’incontro è durato oltre un’ora e mezza, ma lasciando l’abitazione di Sala, Di Maio non ha risposto alle domande dei cronisti».

Abbiamo raccolto alcune indiscrezioni sull’incontro avvenuto a Brera tra Beppe Sala e Luigi Di Maio. La prima ora e un quarto è andata via discutendo dello scorso campionato di calcio e delle due squadre di cui il sindaco di Milano e il ministro degli Esteri sono tifosi (Inter e Napoli). Poi hanno parlato 18 minuti del torneo di Wimbledon 2022, concentrandosi molto su Jannik Sinner. Infine hanno dedicato ben tre minuti all’approfondimento delle loro appassionanti idee politiche.

* * *

Su Dagospia si scrive: «Una bomba si sta per abbattere sul Pirellone. Letizia Moratti, dopo essere stata sfanculata da Salvini e Berlusconi per la sua auto-candidatura alla Regione Lombardia, è furibonda. Al suo entourage ha confidato di non voler assolutamente ritirare la propria “disponibilità” a scendere in campo alla Regione: “Piuttosto mi presento con una lista centrista”».

Che Matteo Salvini – andato in crisi il suo consigliere Luca Morisi – sia in grado di combinare un pasticcio dopo l’altro, è ormai evidente. Però nelle vicende milanesi e lombarde (e veronesi) un ruolo decisivo lo gioca Forza Italia. Fu proprio Silvio Berlusconi a impedire una candidatura di Gabriele Albertini al Comune di Milano che avrebbe reso difficile la corsa di Beppe Sala, e così avviene anche oggi nei pasticci con l’attuale assessore alla Sanità lombarda. Che la disgregazione italiana messa in moto tra il 2008 e il 2011 da Giorgio Napolitano non finisse per coinvolgere anche il centrodestra, era una pia illusione. Chissà se qualcuno nelle fila moderate-conservatrici sta riflettendo sulle mosse necessarie per affrontare la situazione in corso.

* * *

Sul Post si scrive: «Adesso è il cosiddetto Superbonus edilizio a mettere in difficoltà il governo di Mario Draghi».

Il capolavoro di Giorgio Napolitano, completato da Sergio Mattarella, è stato quello di disgregare la politica italiana facendo così crescere un movimento come i 5 stelle senza una vera base sociale, senza una reale ispirazione politica e senza un programma razionale, ma in grado (grazie alla volontà di parte decisiva di un establishment molto condizionato dall’estero di impedire una vera sovranità democratica dell’Italia) per la sua centralità e per la disgregazione delle altre forze politiche, di imporre scelte demagogiche ineludibili: così il reddito di cittadinanza, così la lotta alle retribuzioni e alle pensioni dei parlamentari, così la riduzione del numero di senatori e deputati. Tutto ciò mentre si bloccavano investimenti veramente produttivi per esempio in un settore strategico come quello energetico. La lotta al Covid e poi la guerra in Ucraina hanno consentito (talvolta reso necessario) di alimentare questa deriva demagogica con l’uso sempre più indiscriminato dei superbonus. Di fatto c’è una sola via per bloccare questa deriva: sciogliere le Camere.

Exit mobile version